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"Ristrutturazioni, quando vale ancora il vincolo della sagoma"

fonte www.edilportale.com / Edilizia

13/04/2015 - Nelle ristrutturazioni con demolizione e ricostruzione dell’edificio è necessario rispettare la sagoma preesistente. Lo ha affermato il Consiglio di Stato con la sentenza 1763/2015.

La conclusione cui è giunto il CdS non è più valida in termini assoluti, ma solo in presenza di determinati vincoli.
 
Con il Decreto del Fare ( Legge 98/2013) gli interventi di demolizione e ricostruzione possono essere considerati ristrutturazioni se il nuovo edificio rispetta la volumetria di quello preesistente, mentre è diventato possibile ricostruire con una sagoma diversa.
 
In presenza di immobili vincolati ai sensi del Codice dei Beni culturali e del Paesaggio ( Dlgs. 42/2004) resta invece il vincolo del rispetto della sagoma preesistente.
 
Il CdS si è pronunciato sul ricorso contro la decisione di un Comune che non aveva approvato il progetto di demolizione di un manufatto ad uso residenziale di quattro piani e di due comodi rurali e nella ricostruzione mediante edificazione di dieci unità immobiliari di circa 60 mq. ciascuna, disposte a schiera su tre livelli sfalsati. Nell’ambito del progetto, che era stato presentato dal proponente come una ristrutturazione, era stato richiesto anche il premio volumetrico del 35% introdotto dal Piano Casa della Campania ( Legge Regionale 19/2009). Non era stata però ottenuta né l’autorizzazione paesaggistica né quella edilizia.
 
Il ricorso del proponente è stato respinto perché i giudici hanno considerato l’intervento non una ristrutturazione, ma una nuova edificazione dal momento che la sagoma dell’edificio preesistente sarebbe stata completamente stravolta. Visto che nella zona in cui doveva essere realizzato l’intervento (un centro storico) il piano regolatore non permetteva nuove edificazioni, il CdS ha dato ragione al Comune confermando il diniego.
 
In realtà il CdS avrebbe dovuto specificare che la ricostruzione con sagoma diversa è possibile tranne che nel caso di immobili vincolati. Allo stesso tempo, i giudici dovevano chiarire che il Piano Casa agisce in deroga rispetto ad alcune previsioni edilizie ed urbanistiche, ma che non è possibile applicarlo nei centri storici.
 
Anche in presenza di questi chiarimenti, le conclusioni sarebbero state comunque le stesse.

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