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"Aree industriali dismesse, un ddl per favorirne la riconversione"

fonte www.edilportale.com / Ambiente

12/05/2015 - La desertificazione produttiva si può battere a colpi di progetti di riconversione da concordare con le Regioni.

È questo il concetto alla base del disegno di legge 1836 “Misure per favorire la riconversione e la riqualificazione delle aree industriali dismesse” depositato dalla senatrice PD Camilla Fabbri, che propone una serie di interventi per recuperare aree industriali che non sono più utilizzate per effetto della crisi.
 
Il ddl prevede la costituzione di un Fondo da 150 milioni di euro per il triennio 2015-2017 (da coprire con le risorse del Fondo interventi strutturali di politica economica), con il quale cofinanziare interventi di riqualificazione e riutilizzo degli edifici e dei terreni a finalità pubbliche e di edilizia residenziale sociale, oppure infrastrutture strettamente funzionali.
 
Per ‘aree industriali dismesse’ si intendono, spiega il testo, quelle che “riguardano specifiche aree territoriali a vocazione industriale di rilevanza regionale o nazionale soggette a diffuso o totale abbandono produttivo”.
 
I progetti di riconversione dovranno essere adottati mediante accordi di programma che sostituiscono l’approvazione dei piani urbanistici necessari al recupero. Le opere e gli impianti previsti saranno inoltre dichiarati di pubblica utilità, urgenti ed indifferibili.
 
Il ddl circoscrive l’ambito dei progetti prevedendo alcune condizioni, tra cui:
- gli interventi di bonifica delle aree con presenza, anche parziale, di amianto;
- la destinazione di almeno il 20% degli edifici a finalità di utilizzo pubblico;
- la presenza di insediamenti produttivi, commerciali e turistici:
- l’utilizzo di una quota degli edifici esistenti per finalità di edilizia residenziale sociale.
 
I proprietari degli edifici e dei terreni compresi nelle aree che avvieranno interventi di riqualificazione a proprie spese, potranno accedere ai bonus per ristrutturazioni, efficienza energetica e messa in sicurezza degli immobili.
 
“L’esperienza del passato, Bagnoli docet - ha spiegato Fabbri - dimostra che rischiamo costi di mantenimento e sociali altissimi per ‘cattedrali’ industriali abbandonate, siti che ai margini delle città ospitavano fabbriche, capannoni, imprese”.
 
Il ddl “punta a recuperare queste aree, senza l’impiego di nuovi suoli edificabili, recuperandoli anzi dal punto di vista paesaggistico. Il primo passo dovrà essere la bonifica per poi garantire la ripresa di attività commerciali, ricreative, turistiche e abitative” - ha concluso la senatrice.

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