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"Come utilizzare i dispositivi di protezione delle vie respiratorie?"
fonte www.puntosicuro.it / D.P.I.
29/04/2016 - Nel mondo del lavoro l’eventuale utilizzo, laddove necessario, di idonei
dispositivi di protezione individuale delle vie respiratorie,
non è sufficiente a tutelare il lavoratore se il dispositivo è
utilizzato male o per una durata e un carico di lavoro eccessivi.
Per questo motivo oggi presentiamo alcune indicazioni sull’uso degli apparecchi di protezione delle vie respiratorie (APVR), e sulla necessaria formazione, tratte dal documento “ ImpresaSicura_DPI”, correlato al progetto multimediale Impresa Sicura; un progetto, elaborato da EBER, EBAM,
Regione Marche, Regione Emilia-Romagna e Inail, che è stato validato
dalla Commissione Consultiva Permanente per la salute e la sicurezza
come buona prassi nella seduta del 27 novembre 2013.
Il documento del progetto Impresa
Sicura non solo riporta, come abbiamo mostrato in un precedente
articolo, indicazioni generali sulle tipologie di APVR, sui fattori da
valutare per la scelta, sull’utilizzo e la manutenzione dei dispositivi di
protezione, ma raccoglie anche, in appendice, precise informazioni tratte dalla
normativa tecnica, come ad esempio la norma UNI 10720:1998 (norma, sostituita dalla
UNI EN 529:2006, che è in via di aggiornamento). Informazioni che possono essere
utili ai lavoratori e alle aziende.
Uno degli allegati al documento
ricorda che è molto importante che i lavoratori che indossano un APVR “siano in
condizioni fisiche ragionevolmente
buone e che, prima di utilizzarlo, siano bene informati e addestrati circa
l’impiego e le limitazioni dell’apparecchio”.
Infatti i dispositivi di
protezione delle vie respiratorie “costituiscono un carico per gli
utilizzatori soprattutto per il loro peso e per le differenze di pressione in
fase inspiratoria ed espiratoria (che possono variare da un tipo all’altro di
apparecchio). Inoltre chi indossa un APVR è soggetto ad un
affaticamento che varia sia con il tipo di apparecchio, la
difficoltà e la durata dell’attività lavorativa, sia con la temperatura e
l’umidità dell’atmosfera ambiente. Questo accumulo di sforzi può comportare,
per individui predisposti, un rischio per la salute, per esempio un eccessivo
affaticamento del sistema cardiovascolare. Per tale motivo, in relazione alla
natura del lavoro da effettuare, alle condizioni ambientali ed al tipo di APVR
da utilizzare, è consigliabile la consultazione del medico per un giudizio
circa la compatibilità dell’APVR prescelto con il lavoratore destinato ad
indossarlo”.
È poi necessario considerare
attentamente la “
durata per la quale
deve essere assicurata una protezione respiratoria”, compresi i tempi necessari
per entrare in una zona inquinata e per uscirne. E bisogna tener conto dei “limiti
di tempo imposti all’impiego basati su fattori fisiologici o tecnici”.
Riguardo alle
limitazioni alle durate di impiego in
situazioni lavorative che comportano l’ utilizzo
di APVR, si segnala che “le condizioni di lavoro incidono sulla durata di
impiego e sui tempi di riposo necessari così come sul numero di volte che
l’APVR viene utilizzato durante il turno di lavoro. Oltre al carico imposto
dall’apparecchio (per esempio il peso, la resistenza respiratoria, le
condizioni ambientali) devono essere identificati e presi in considerazione
altri fattori che influenzano il lavoro come il clima, il carico e le
condizioni di lavoro, l’eventuale spazio ristretto in cui si deve operare.
Bisogna inoltre tenere conto dell’attitudine individuale ed effettiva
dell’utilizzatore”. Senza dimenticare che “il
carico fisiologico cui un individuo è sottoposto a causa del lavoro
fisico viene aumentato dall’uso di un APVR” e “l’attitudine a sopportare questo
sforzo dipende da un certo numero di fattori quali l’età, il sesso e la forma
fisica”. E comunque un individuo “può lavorare alla sua massima o quasi massima
capacità di lavoro (consumo di ossigeno) per un tempo limitato”. In
considerazione della condizione fisica, una persona non addestrata può lavorare,
ad esempio, “al 50% del suo massimo consumo di ossigeno solo per 1-2 h, mentre
una persona addestrata può mantenere questo livello per diverse ore”. Nel
documento sono presenti alcuni utili prospetti che riportano i dati relativi
all’energia metabolica in funzione di diverse attività.
In definitiva gli utilizzatori di
apparecchi di protezione delle vie
respiratorie devono non tenere conto solo “della natura e della
concentrazione dell’inquinante, della mobilità richiesta a coloro che indossano
gli APVR e della durata dell’esposizione, ma anche del
carico fisico conseguente alle condizioni esterne alle quali si
prevede che il lavoratore sarà sottoposto (per esempio, lavoro a temperatura
elevata)”.
Riguardo agli APVR può essere utile
parlare anche dell’
adattamento del
facciale e dell’
accettabilità
dell’apparecchio da parte di chi lo indossa.
Il documento di Impresa Sicura
ricorda che l’effettiva protezione offerta da un APVR è determinata in
particolar modo dal buon
adattamento del
facciale.
Per questo motivo “le persone con
barba o basette nella zona del bordo di tenuta delle maschere intere, delle
semimaschere e dei facciali filtranti non dovrebbero indossare questi
apparecchi. Ugualmente inadatti ad indossare tali facciali sono coloro per i
quali non si può ottenere un corretto adattamento della maschera a causa della
forma della testa, di cicatrici profonde o simili. Anche le stanghette degli
occhiali interferiscono con la tenuta sul volto per cui in generale, indossando
maschere intere, non si devono portare occhiali da vista con stanghette. In
alcuni casi possono rendersi disponibili occhiali speciali da portare sotto la
maschera”.
E se non è possibile ottenere un
buon adattamento del facciale, si sottolinea che gli APVR “che basano il loro
funzionamento sul principio della sovrapressione non possono assicurare una
protezione sufficiente poiché la perdita d’aria può risultare abbastanza
elevata da determinare una perdita verso l’interno”.
Infine l’accettabilità di un
particolare apparecchio “dipende da quanto il facciale risulta confortevole,
dall’interferenza con la visione, dal peso, dalla resistenza respiratoria,
dall’accumulo di calore e umidità liberati dal corpo umano, dalla condizione
fisica dell’utilizzatore e da fattori psicologici”.
Concludiamo questo breve articolo
ricordando che prima di utilizzare gli APVR per la prima volta “i lavoratori
devono ricevere un’
informazione e
una
formazione sia teorica che
pratica (addestramento)”. E successivamente “è opportuno ripetere
l’informazione e la formazione a intervalli regolari.
Chiaramente la formazione e la
durata degli intervalli per la sua ripetizione “dipendono dal tipo di
apparecchio e dalla frequenza dell’uso”.
Segnaliamo che nel documento di
Impresa Sicura, che vi invitiamo a visionare integralmente, sono riportate
specifiche indicazioni per la formazione teorica e pratica degli utilizzatori
di respiratori a filtro e degli utilizzatori di respiratori isolanti.
Il sito “ Impresa Sicura”: l’accesso
via internet è gratuito e avviene tramite registrazione al sito.
RTM
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