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"operaio morto, arrestato il datore di lavoro"

fonte Bari la repubblica.it / Sicurezza sul lavoro

22/01/2009 -
L´ennesima sul lavoro in Puglia, la morte di un operaio di 54 anni schiacciato dal peso di un enorme blocco di pietra, ma anche la tragedia della follia. Secondo i carabinieri è quella del datore di lavoro della vittima che invece di adoperarsi per cercare di salvargli la vita, avrebbe fatto di tutto per coprire eventuali tracce sul luogo dove si era consumato il dramma. Per questo motivo, spiegano dopo il riserbo in cui si erano stretti dell´altro giorno, il proprietario della cava di marmo di Ruvo di Puglia dove è rimasto ucciso Michele Cignolo è stato arrestato. Si tratta di Francesco Pappalettera, di 33 anni, risponde di omicidio colposo aggravato, perché non solo non avrebbe adottato le misure di sicurezza necessarie, ma anche perché avrebbe alterato lo stato dei luoghi, spostando mezzi e coprendo anche le macchie di sangue. Non solo, sarebbe stato lui stesso a trasportare l´operaio ormai praticamente senza vita all´ospedale senza chiamare i soccorsi. L´autopsia, disposta dal magistrato della procura di Trani Mirella Conticelli e affidata all´équipe del professor Alessandro Dell´Erba, dovrà servire a chiarire anche se l´uomo si sarebbe potuto salvare se prelevato in tempo da un´ambulanza del 118. Pappalettera, socio della cava di marmo che si trova sulla strada provinciale per Altamura, avrebbe costretto gli altri operai presenti nel momento della tragedia a dichiarare il falso, e cioè che Michele Cignolo fosse morto perché investito dalla benna di un escavatore in movimento, e non invece schiacciato dal peso di un enorme masso di pietra che stava tagliando per trasportarlo successivamente a Trani. Secondo le prime dichiarazioni rilasciate ai carabinieri infatti l´operaio sarebbe stato travolto dal mezzo lasciato da lui senza freno inserito. E questa sarebbe stata la scena che i militari si sono visti davanti al primo sopralluogo. Ma il suo racconto e quello dei colleghi presenti al momento della tragedia sono risultati contraddittori tra loro, tanto da insinuare più di qualche dubbio. Secondo i militari dunque il titolare della cava avrebbe inquinato la scena dell´incidente e avrebbe obbligato i suoi operai a testimoniare il falso, forse nel tentativo di evitare il sequestro del mezzo meccanico utilizzato per il taglio dei blocchi di marmo.
Di certo l'arresto di Pappalettera, per il quale il PM Mirella Conticelli Ha chiesto la convalida al gip del tribunale, è il primo mai disposto in caso di infortuni mortali sul lavoro per il responsabile dell'azienda in cui lavora il dipendente rimasto ucciso. Ma appunto si tratta di omicidio colposo aggravato dalle false dichiarazioni e dall'aver indotto i dipendenti a dichiarare il falso probabilmente sotto minaccia di perdere il posto di lavoro.

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