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"a nell'etichetta il rosso carminio, colorante tossico"

fonte il salavagente / Sicurezza alimentare

30/01/2009 - Finora è rimasto nascosto sotto la generica dicitura "coloranti". Tra gli acquirenti di alimenti, come gelati, bibite, caramelle, carni, yogurt, succhi, e di cosmetici di colore rosso, i meglio informati potevano sospettarne la presenza, ma i più continuavano a restarsene ignari del potenziale rischio per la salute. Il 5 gennaio scorso, la svolta: la presenza del colorante rosso carminio (o cocciniglia) dovrà essere dichiarata nell'etichetta. Succede negli Stati Uniti dove, dopo 10 anni di pressione, il Center for Science in Public Interest (Cspi) ha ottenuto dalla Fda l'approvazione di una norma che obbliga l'industria alimentare e quella cosmetica a specificare tra gli ingredienti la presenza di un colorante molto diffuso e riconosciuto come causa di reazioni allergiche, anche gravi. Il colorante rosso in questione è etichettato in Europa come E 120. Se ne trova, anche da noi, in numerosi prodotti: lo snack per bambini Danito, le salsicce con pollo Fileni, i cioccolatini Smarties, tanto per citare alcuni esempi. È ottenuto dall'essicazione della femmina di un insetto (Dactylopius coccus) coltivato in America Latina: dalle uova è estratto il rosso carminio, dalle carcasse si ottiene il rosso cocciniglia. Quale che sia la parte impiegata nella produzione del colorante, il prodotto finale contiene alcune proteine dell'insetto. E proprio il contatto con le proteine del Dactylopius coccus sarebbe la causa delle reazioni allergiche di varia intensità, fino allo choc anafilattico, registrate dalla letteratura scientifica. "Segnalare nell'etichetta questi additivi in tutti gli alimenti e i cosmetici è necessario per assicurarne un uso sicuro", ha dichiarato l'Fda, l'Agenzia statunitense che vigila sulla sicurezza alimentare di cibi e cosmetici, ordinando all'industria di cambiare le etichette. Una decisione molto attesa, ma insoddisfacente per i consumatori statunitensi. Le nuove etichette, infatti, saranno obbligatorie tra 2 anni. La misura adottata, inoltre, non corrisponde alle richieste avanzate nel 1998 dal comitato di avvocati di tutela dei consumatori Cspi, che per evitare i rischi correlati al consumo inconsapevole del colorante E120 aveva inviato un dossier alla Fda, riferendo di un episodio allergico rilevato dall'Università del Michigan e di una decina di altri casi, cui sono aggiunte di recente altre 32 segnalazioni. Secondo Michael Jacobson, direttore del Cspi, la nuova disposizione "è un passo avanti. Ma la Fda avrebbe dovuto eliminare completamente questi coloranti derivati dagli insetti. Il solo modo per scoprire di essere sensibili a queste sostanze è, infatti, quello di subire ripetute reazioni allergiche, incluse le più gravi, potenzialmente letali". Insomma, con l'indicazione del tipo di colorante usato si potranno tutelare i consumatori che hanno già appreso, a loro spese, di essere allergici alle proteine dell'insetto rosso. Ma il pericolo di malori resterà immutato per chi non l'ha ancora scoperto. Oltre ai rischi sanitari, commentando la decisione dell'Authority statunitense l'associazione solleva la questione del diritto di scegliere consapevolmente cosa mangiare e cosa scartare. E rimprovera: "La Fda avrebbe dovuto imporre all'industria di riferire che il colorante è derivato dagli insetti: un particolare che molti consumatori, inclusi vegetariani, ebrei e islamici, vorrebbero conoscere". Un modo per risolvere il problema alla radice ci sarebbe, dice il direttore del Cspi, che manda questo suggerimento all'industria alimentare: "Se volete donare ai vostri yogurt alla ciliegia un tocco di rosso più brillante, perché non aggiungete più ciliegia, invece di ricorrere a un estratto di insetti?". La parola passa all'industria. undefined undefined

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