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"Riciclavano latticini blitz in un caseificio"

fonte La Repubblica / Sicurezza alimentare

08/02/2009 - LECCE - Mozzarelle scadute, pronte a essere reimmesse sul mercato, sono state trovate in un grosso caseificio di Cavallino, in provincia di Lecce, nel corso di un blitz dei carabinieri della Compagnia del capoluogo salentino, in collaborazione con i reparti speciali del Nucleo ispettorato del lavoro e del Nucleo anti sofisticazione. I militari del Nas, al momento della verifica, hanno notato che un dipendente era intento a togliere dalle confezioni i prodotti alimentari invenduti e a sistemarli in un carrello. E’ poi emerso che molte confezioni risultavano scadute addirittura nell’ultima decade di gennaio. Questa manovra preludeva, secondo gli inquirenti, a un nuovo confezionamento e avrebbe portato i prodotti, ormai scaduti, nuovamente sul mercato o peggio, sarebbero stati reimpastati per il successivo commercio. Al titolare è stata contestata la mancata adozione della prassi corretta che prevede lo smaltimento dell’intera confezione come rifiuto speciale. Alle giustificazioni contraddittorie ed evasive del titolare è seguita la denuncia penale nei suoi confronti. Sono stati ipotizzati i reati di frode nell’esercizio del commercio e vendita di sostanze alimentari non genuine, I militari hanno sequestrato oltre 100kg di prodotti, tra mozzarelle, bocconcini, ricotte e formaggi vari. Di questi sono stati acquisiti una serie di campioni per effettuare esami batteriologici e chimici e per accertare se quel tipo di procedura avrebbe potuto esporre i clienti ad eventuali rischi di intossicazione. Nei due giorni complessivi di controlli nel Settore sono state tre le aziende trovate non in regola per vari motivi. Al responsabile di una ditta di Lecce in via vecchia Frigole è stata contestata dai militari l’inadeguatezza delle procedure di autocontrollo, in quanto, come dichiarato dal responsabile stesso, in vece di smaltire come previsto tutti i prodotti ritirati dal mercato, perché scaduti o invenduti,venivano donati, senza autorizzazione dell’autorità sanitaria, ai canili.

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