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"Nel siderurgico rifiuti tossici, sequestrata discarica"

fonte Corriere della sera / Ambiente

12/02/2009 - TARANTO - Nello stesso giorno in cui a Roma si discute della compatibilità tra legge regionale antidiossina e interventi per attenuare l’inquinamento sulla città di Taranto la guardia di finanza smaschera l’Ilva come stoccatore di rifiuti speciali pericolosi. Non solo diossina, quindi, polveri e fumi dannosi alla salute, ma anche traversine ferroviarie piene di creosoto, materiale cancerogeno bandito in tutta Europa, e pneumatici. Il tutto raccolto in una vera e propria discarica situata dentro il perimetro dello stabilimento, in linea d’aria a duecento metri dalla palazzina della direzione, un po’ affossata rispetto al livello del terreno. Gli uomini della Guardia di Finanza guidati dal colonnello Giuseppe D’Elia e dal capitano Cosimo Virgilio, hanno chiuso il cerchio attorno a un’indagine avviata da mesi, anche con rilevazioni dall’alto mediante elicotteri dotati di attrezzature tecniche sofisticate, e coordinata dal procuratore aggiunto Pietro Argenti no. Sotto sequestro sono finite l’area di cinquantamila metri quadrati diventata discarica, trentacinquemila tonnellate di traversine ferroviarie e quindicimila tonnellate di pneumatici, numerosi macchinari e di impianti come gru, escavatori, autocarri, scarrabili, macchine operatrici, pale meccaniche. Il direttore dello stabilimento, Luigi Caporosso, è stato denunciato all’autorità giudiziaria. Il lavoro dei finanzieri punta ad approfondire il carattere fiscale della vicenda legato alla così detta ecotassa mentre l’indagine guarda con attenzione a un eventuale traffico transfontaliero di rifiuti. Le traversine che ora dovranno essere smaltite, sono particolarmente pericolose perché contengono creosoto, materiale cancerogeno che con l’acqua delle piogge può disperdersi nel terreno e con il caldo estivo superiore ai 25 gradi rilasciare particelle tossiche inalabili dall’uomo. Ieri, i finanzieri hanno sorpreso tre operai al lavoro nella discarica privi di ogni misura di sicurezza, a cominciare dalle semplici mascherine per il viso. Nell’indagine e nell’operazione di sequestro la guardia di finanza ha ottenuto la collaborazione degli esperti di Arpa Bari e del Cnr.

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