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"Sigilli alla discarica tossica nell’Ilva "

fonte La Repubblica / Ambiente

12/02/2009 - TARANTO - Un’autentica discarica, assolutamente abusiva, su di un’area estesa oltre 50.000 metri quadrati. C’era anche questo, nello stabilimento Ilva di Taranto. Lì erano stoccate 35.000 tonnellate di rifiuti speciali pericolosi, per la precisione traversine della vecchia linea ferroviaria interna, con all’interno un’anima di creosoto, materiale considerato tossico, oltre a 15.000 tonnellate di pneumatici fuori uso. Tutto è finito sotto sequestro da parte degli uomini del nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza, che hanno messo a segno la clamorosa operazione, avviata nella mattinata di ieri ed andata avanti per diverse ore. L’area alla quale sono stati posti i sigilli, all’interno dello stabilimento siderurgico tarantino, è quella chiamata ex nuova Siet. Mai il lavoro delle Fiamme Gialle è tutt’altro che finito. Anzi, l’inchiesta condotta dal sostituto procuratore Pietro Argentino promette interessanti sviluppi. Infatti, i militari della Guardia di Finanza stanno verificando l’ipotesi che, dietro allo stoccaggio, ci sia un vero e proprio traffico internazionale di rifiuti speciali pericolosi, le traversine appunto, diretti verso il Nord Europa. Gli investigatori stanno scavando anche sul fronte fiscale, con appositi accertamenti riguardo alla cosiddetta “ecotassa”. Le operazioni sono state condotte con l’ausilio di personale dell’Arpa Puglia e del Cnr gli uomini della Polizia Tributaria si sono serviti anche di un elicottero dotato di particolari attrezzature tecniche. A finire sotto chiave non sono stati soltanto i rifiuti e l’estesa superficie che li ospitava. Sono stati posti i sigilli a numerosi macchinari come gru, escavatori, autocarri, pale meccaniche, utilizzati per movimentare i rifiuti. Il direttore dello stabilimento, Luigi Caporosso, risulterebbe iscritto nel registro degli indagati. In serata, le attenzioni sul fronte Ilva si sono dirottate verso Roma. Si è svolto nella capitale il vertice convocato dal ministro per l’Ambiente, Stefania Prestigiacomo, a cui hanno preso parte i rappresentanti delle istituzioni locali, i vertici dell’azienda e le segreterie di Cgil, Cisl e Uil. All’ordine del giorno, le modalità d’attuazione della legge regionale che limita le emissioni di diossina ed il rilascio all’Ilva della necessaria autorizzazione integrata ambientale. “Il ministro ha parlato della possibilità che il governo impugni la legge regionale dinanzi alla corte costituzionale” ha riferito l’assessore all’ambiente Losappio: “La Regione considera il possibile ricorso un atto gravissimo contro i pugliesi e contro l’autonomia della Regione”. Le parti sono apparse sempre divise da un aspro braccio di ferro. Le organizzazioni sindacali hanno chiesto la convocazione di un ulteriore tavolo tecnico: “La questione ambientale è fondamentale, ma non si può scordare che parliamo del destino di 23.000 famiglie” ha dichiarato il segretario della Fim Cisl, Giuseppe Lazzaro, al termine del vertice romano. “Tempi certi e risorse nazionali” per far uscire Taranto dall’emergenza sono chiesti dal ministro-ombra del Pd, Ermete Realacci.

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