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"Diossina all’Ilva, intesa vicina"

fonte La Repubblica / Ambiente

17/02/2009 - TARANTO - Spiragli di intesa sulle emissioni inquinanti dell’Ilva di Taranto. La breccia nel muro contro muro tra la regione Puglia da un lato e governo e azienda dall’altra, si è aperta ieri pomeriggio durante la riunione del tavolo tecnico insediato al ministero dell’Ambiente. Un pallido raggio di sole dopo una mattinata trascorsa all’insegna del pessimismo e della rigidità sulle proprie posizioni. «Nel corso della riunione - spiega l’assessore all’Ambiente, Michele Losappio – in un primo o tempo i rappresentanti tecnici del Governo nazionale hanno posto il tema della incostituzionalità della legge regionale sulle diossine. E questo per noi è inaccettabile. Successivamente è stata affrontata la questione della scadenza del 31 marzo, rispetto alla quale la Regione ha confermato la disponibilità a un ragionevole spostamento a fronte dei processi di insediamento dell’impianto Urea». Intorno al tavolo, i tecnici di tre ministeri, dell’Ilva e della Regione, con in testa il professore Giorgio Assennato direttore dell’Arpa. Nodo da sciogliere l’applicazione della legge sulle diossine di produzione industriale varata dalla Regione Puglia nel dicembre scorso. Quella norma impone un calo drastico delle emissioni di sostanze inquinanti dalle ciminiere del colosso dell’acciaio che incombe su Taranto. Tagli da realizzare in due step, il primo dei quali è previsto entro aprile di quest’anno. I termini perentori, sanciti dalla normativa pugliese, hanno intralciato il cammino del rilascio al siderurgico della autorizzazione integrata ambientale. Intoppi che mettono in discussione la stessa sopravvivenza dello stabilimento. Questa ipotesi aveva scosso i sindacati che avevano lanciato l’allarme per i 18.000 posti a rischio nell’area ionica, con conseguente invito al governo di intervenire. Di qui la convocazione a Palazzo Chigi, venerdì scorso, di un tavolo politico da parte del sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta. Una riunione d’urgenza anche per disinnescare il potenziale conflitto istituzionale tra governo e Regione Puglia:soltanto la mediazione dell’onorevole Gianni Letta ha portato alla formazione del tavolo tecnico che si è insediato ieri mattina a Roma. Il pool di esperti per tutta la giornata si è confrontata sulle obiezioni poste da Ilva alla praticabilità tecnica di quanto decretato dal consiglio regionale pugliese. «L’incontro — racconta il direttore dell’Arpa Giorgio Assennato — è stato inaugurato da posizioni piuttosto lontane. Nel pomeriggio, però, si è aperta la strada verso un graduale riavvicinamento e una possibile soluzione. I punti da superare sono quelli noti e riguardano principalmente i livelli dei limiti alle emissioni di diossine introdotti dalla normativa e i tempi per centrare quegli obiettivi. Abbiamo chiuso l’incontro - conclude Assennato – con l’intesa di verificare definitivamente le proposte domani (oggi ndr). L’intenzione è di redigere un documento comune da sottoporre al tavolo politico che si riunirà nuovamente a Palazzo Chigi domani o al massimo giovedì». Alla rifinitura di questo pomeriggio, però, non sarà presente l’Ilva che ha verbalizzato la sua posizione nel corso del confronto tenuto dinanzi ai funzionari dei ministeri dell’Ambiente, dell’Economia e degli Affari regionali.

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