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"Allarme alcol sui luoghi di lavoro"

fonte INAIL / Sicurezza sul lavoro

18/02/2009 - Cultura della sicurezza non significa soltanto operare su un ponteggio munito delle protezioni adatte, ma anche in condizioni mentali reattive e consapevoli.
"L'INAIL stima che in Italia un numero rilevante di persone, ogni anno, subisce un infortunio sul lavoro con documentati livelli di alcolemia uguali o superiori a 0.80 g/l", afferma, in merito, il direttore regionale vicario di INAIL Puglia, Mario Longo. "Di recente l'Associazione Ricerca Risorse Umane ha valutato che il 45% di soggetti con funzioni manageriali abusa di alcol. La probabilità di infortunio nei bevitori è quattro volte più elevata che negli astemi, l'assenza per malattia nei bevitori è quattro volte più elevata. I problemi collegati al consumo di bevande alcoliche rappresentano, inoltre, la causa del 40% dei cambi di lavoro e la dipendenza produce dopo alcuni anni il verificarsi di difficoltà nello svolgimento del lavoro, di riduzione della capacità lavorativa, di assenteismo, di alterati rapporti interpersonali".
Impressionanti i dati evidenziati a livello europeo: sono 55 milioni i consumatori a rischio e 23 milioni gli alcoldipendenti. Particolarmente grave il problema se rapportato al mondo del lavoro. L'Oms, infatti, stima tra il 10 e il 30% la quota di infortuni attribuibili all'alcol, l'Iss tra il 4 e il 20% e l'Ilo tra il 10 e il 16%.
"Impedire che nuovi individui cadano vittima di rischi per definizione evitabili è un obiettivo di civiltà, sociale ed etico. Occorre un impegno collettivo per favorire livelli più elevati di salute e sicurezza e di protezione rispetto agli effetti negativi dell'alcol", ha concluso Scafato.

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