14/05/2009 - No della Commissione europea a un marchio ombrello per il commercio equo solidale. Meglio, piuttosto, migliorare la capacità dei sistemi di certificazione privati già esistenti di trasmettere ai consuinatori il valore ecocompatibile di questi prodotti. Magari, attraverso l'istituzione di un portale internet, che metta in rete i criteri che ciascun sistema di certillcazione richiede (e garaxitisce) per dimostrare la sostenibilità dei prodotti. La Commissione Ce, con nota del 5 maggio scorso, in corso di pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale europea, precisa al Parlamento e al Cese la necessità cli non interferire nei meccanismi privati di certificazione del commercio equo solidale istituzionalizzandone criteri e procedure. Per la Commissione ci finirebbe per snaturalizzare l'accezione volontaristica e in divenire del libero scambio che è proprio di questi prododti e, quindi, ostacolandone la diffusione.

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