22/05/2009 - Nelle piccole aziende familiari un solo responsabile per gli infortuni. Infatti, risponde della sicurezza il socio delegato dagli altri ai rapporti con l'ispettorato del lavoro e, cioè, il vertice della società. Con la sentenza n. 21270 del 21 maggio 2009, la Corte di cassazione fa luce su uno dei punti più discussi sul tema infortuni sul lavoro: l'individuazione del responsabile in aziende piccolissime, prevalentemente a gestione familiare. «Nella società di fatto», chiarisce la quarta sezione penale, «qual è l'impresa familiare, i soci si trovano in una posizione paritaria e la responsabilità dell'evento dannoso ricade su ciascuno di essi ma, nella fattispecie, è la delega espressa (ai rapporti con l'ispettorato del lavoro ) a rendere legittima la condanna dell'imputato e il fatto che lui sia personalmente investito, per di più, del dovere giuridico di predisporre i mezzi opportuni e le spese necessarie per garantire l'incolumità dei lavoratori». Nel caso sottoposto all'esame della Corte il vertice di una piccola impresa familiare era stato condannato per lesioni colpose perché, il fratello, altro socio, aveva subito l'amputazione del braccio per via di un incidente avvenuto nella piccola fabbrica. Lui si era subito difeso sostenendo che anche gli altri soci erano responsabili dell'accaduto non esistendo in azienda un'espressa delega alla sicurezza ma soltanto una ai rapporti con l'ispettorato. Ma i giudici di merito prima e la Cassazione, poi, non banno condiviso questa tesi sostenendo che la sua posizione di vertice aziendale all'interno dell'impresa lo esponeva in primo piano come responsabile della sicurezza.

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