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"Saras, la rabbia dopo la strage sigilli all'impianto della morte"

fonte La repubblica, G. Porcu / Sicurezza sul lavoro

28/05/2009 - CAGLIARI - Fretta, nessun segnale di divieto e cinque minuti di vuoto nella catena di comando. Sono queste le cause alla base della morte dei tre operai dell'impresa d'appalto impegnati nella manutenzione straordinaria della Saras, la raffineria della famiglia Moratti a venti chilometri da Cagliari. Una tragica sequenza di errori che ha provocato una delle più gravi sciagure sul lavoro che la Sardegna ricordi. Gigi Solinas, Bruno Muntoni e Daniele Melis sono andati incontro alla morte quasi per caso. Il primo spinto dalla voglia di far presto, gli altri per soccorrersi a vicenda. L'impianto di desolforazione del gasolio dove è avvenuta la tragedia era stato appena bonificato con l'azoto. Il boccaporto di accesso al serbatoio, uno stretto cunicolo che costringe gli operai ad avanzare a carponi, era aperto e senza alcun segnale di divieto d'accesso. La squadra dei quattro operai che doveva ripulire la cisterna era in attesa del permesso di lavoro, le disposizioni obbligatorie prima dell' avvio di ogni intervento. Le stava raccogliendo il loro capo dai responsabili della sicurezza della Saras. Ancora pochi minuti e gli operai avrebbero saputo quali accorgimenti adottare per evitare incidenti. Gigi Solinas, 26 anni, il più giovane di loro assunto con un contratto a termine, non ha invece atteso. Rassicurato dall' assenza di segnali di divieto, convinto che la bonifica fosse andata a buon fine, e spinto probabilmente dalla voglia di far prima, si è infilato nel cunicolo, ed è stato avvolto e soffocato all'istante da una bolla di azoto. Bruno Muntoni, 56 anni, prossimo alla pensione, ha tentato di aiutarlo ma ha fatto la stessa fine. Come Daniele Melis, 28 anni, calciatore in una squadra dilettante. Si è salvato solo il quarto di loro, Luca Fazio, siciliano di 32 anni, che non ha scordato una delle regole fondamentali di questo lavoro: mai prestare soccorso ai compagni senza le attrezzature di sicurezza. Lui l'ha fatto afferrando alle gambe Daniele Melis per impedirgli di entrare nel cunicolo ma non l'ha seguito. Sono anche queste le circostanze che dovrà chiarire l'inchiesta avviata dal procuratore della repubblica di Cagliari' Mauro Mura. Queste e altre più generali che potrebbero aver indotto gli operai a semplificare le norme di sicurezza. Per ora il sostituto procuratore della repubblica Maria Chiara Manganiello, incaricata delle indagini, non ha avanzato ufficialmente ipotesi di reato, in attesa dei risultati dei primi accertamenti. Ma non esistono dubbi che sul fascicolo aperto contro ignoti si scriverà omicidio colposo plurimo. Una parte dell'impianto di desolforazione è stata posta sotto sequestro. L'autopsia sui corpi dei tre operai morti in pochi minuti - verrà effettuata tra domani e sabato.

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