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""AIUTI ALLE IMPRESE PER CATTURARE CO2""

fonte Il Sole 24 ore, M.Alf. / Ambiente

28/05/2009 - MILANO «Riformare il mercato dei certificati verdi per incentivare le imprese a catturare emissioni di C02 e combattere quindi l`effetto serra». Il Ministro dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo, sta tornando in Italia da Bergen, Norvegia, dove ha partecipato ad un convegno sul sequestro di C02 (nell`acronimo inglese CCS), una tecnica ritenuta tra le più promettenti per combatterel`effetto serra. La Norvegia è infatti all'avanguardia, con il suo campo di Sleipner, 25o chilometri al largo della costa norvegese. «Anche l'Italia è in prima fila in questa tecnologia», assicura Prestigiacomo. «Al G8 ambiente di Siracusa abbiamo firmato un accordo con l`Australia per svilupparla. Abbiamo accordi con Eni per lo stoccaggio, con Enea per l`oxy-combustione, cioè la combustione in ossigeno puro, e con l`IGV per individuare i siti adatti alla "sepoltura"».In particolare, lo sviluppo di tecnologie CSS che incentivano un uso sostenibile del carbone nelle centrali ha portato a diversi progetti, tra i quali il principale è quello di Porto Tolle (Rovigo), basato sull`applicazione della tecnologia di post-combustione su una centrale a carbone pulito di ultima generazione, che dovrebbe permettete il trattamento del 50% dei fumi di uno dei 3 gruppi da 660 MW della futura centrale ( ha avuto il Via per convertirla da olio a carbone pulito), con deposito della C02 in un sito salino nel Mar Adriatico. Il progetto è previsto in partenza nella prima metà del 2015. La stessa Ue lo hainserito tra i 12 progetti europei da finanziare con 100 milioni, sempre che l'iter venga completato nel 2010. «Nel frattempo - prosegue il ministro - stiamo sviluppando unimpianto pilota presso la centrale Enel di Brindisi, che sarà completato per dicembre 2009». Lo stoccaggio della C02 nell'impianto esausto di Corte Maggiore lo segue Eni. In so stanza, invece che mandare in cielo emissioni che producono effetto serra, si tratta di spedirle sottoterra In Norvegia questo avviene già da anni: raccolgono la C02 dai grandi punti dì produzione, le raccolgono, le selezionano, le liquefanno per poi spedirle appunto nel vecchio giacimento di petrolio vuoto di Sleipner dove, in realtà, si potrebbero stoccare fino a 50 anni di CO2 dimezza Europa. Ma costerebbe troppo e sarebbe complicato in termini di logistica. Meglio che ogni paese si faccia un proprio deposito sotterraneo. Il punto, però, è la sosteniblità finanziaria di una simile riconversione. Il governo ovviamente «appoggia fortemente questi progetti», prosegue Prestigiacomo. Ma per farlo «occorre rendere economicamente vantaggioso il processo». Come? «Le risorse per creare questi impianti non devono essere soltanto pubbliche. Dunque ci vuole una riforma almeno europea del mercato dei certificati verdi affinché le imprese che, catturando C02, acquisiscono i crediti, possano rivenderli sul mercato incamerando risorse per implementare impianti e tecnologie». Inoltre, conclude il ministro, «la riforma è necessaria per stabilizzare il valore dei certificati, oggi sottoposti a oscillazioni. Se manca, infatti, non ci può essere certezza nella programmazione degli investimenti».

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