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""Le mascherine agli operai? Inutili, ma così stanno buoni""

fonte La Stampa, A.Gaino / Sicurezza sul lavoro

23/06/2009 -
Come protezione sono state indossate quasi esclusivamente maschere il cui effetto barriera contro le polveri sottili è decisamente limitato. Portarle ha più che altro un valore psicologico». Nella maxi aula dove si svolge l'udienza preliminare contro i vertici mondiali dell'Eternit, ieri sono stati proiettati vecchi spezzoni di cinegiornale, rigorosamente in bianco e nero. Furono girati nello stabilimento casalese della multinazionale e documentano come vi si lavorasse immersi in grandi nubi bianche di polvere d'amianto. Gli effetti: tremila morti e malati, fra Casale Monferrato e le altre fabbriche Eternit in Italia. Altrettanti in quelle francesi.
Maschere placebo. Che le mascherine di protezione messe a disposizione degli operai Eternit di Casale avessero soltanto un effetto placebo lo scrive, il 23 febbraio 1976, Herr Robock, responsabile del servizio di «sicurezza sul lavoro e tutela ambientale » del Wirtschaftsverband Asbestzement E. V. di Neuss, Germania. Niente meno che l'Associazione commerciale cemento amianto dove Stephan Schmidheiny, uno dei due imputati di disastro doloso, è di casa. Herr Robock è stato a Casale ad ispezionare la fabbrica della morte e invia il suo rapporto al direttore Luigi Reposo: «Sono molto sorpreso riguardo ai valori, complessivamente buoni, della proporzione di polveri presso il Suo stabilimento. I risultati indicano che la priorità non è più puntare sugli investimenti, ma su misure formative e preventive, in questo caso sulla pulizia».E consiglia di acquistare più mascherine «più adatte e confortevoli da usare».

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