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"Formaggi riciclati, due denunce a Crema"

fonte Il corriere della sera, L. Angelini / Sicurezza alimentare

20/06/2009 - CREMA - Di che pasta fosse fatta, la pasta filata di quella mozzarella destinata alle pizzerie, lo dice il verbale dei carabinieri dei Nas di Cremona: caseina, burro e formaggi rientrati in azienda perché prossimi alla scadenza. E il latte? Giusto un pò. Insomma, un modo per riciclare prodotti invenduti rimettendoli in commercio, per così dire, sotto mentite spoglie. Una specie di traduzione in ambito caseario del celebre principio del chimico Antoine Lavoisier: «Nulla si crea, nulla si distrugge, ma tutto si trasforma». Ingegnoso, non c'è che dire. E, probabilmente, anche redditizio. Ma l'alchimia è costata al titolare e al responsabile di produzione del Caseificio 3G di Crema una denuncia per frode in commercio, vendita di sostanze alimentari non genuine e sofisticazione di alimenti con sostanze non consentite. In tutto, sono state sequestrate circa quattro tonnellate e mezzo di mozzarella: tre in azienda, il resto presso una quindicina di rivenditori, piccoli supermercati e pizzerie del Nord Italia. Dopo il sequestro nel caseificio, risalente al 10 giugno, la procura della Repubblica del Tribunale di Crema ha infatti disposto che i Nas si mettessero alla caccia di tutte le partite di presunta mozzarella già immesse in commercio. «Per tranquillizzare i consumatori - precisano i Nas - vogliamo sottolineare che tutto il prodotto in commercio è stato ritirato dalla vendita. Quanto a quello già eventualmente consumato, non abbiamo prove che siano stati utilizzati formaggi oltre la data di scadenza. Quindi, più che di un problema sanitario, si tratta di un problema di frode commerciale». Precisazione dovuta, viste anche le telefonate preoccupate arrivate ieri ai centralini degli stessi Nas, da parte di mamme, consumatori e massaie alle prese con l'ennesimo scandalo alimentare. E va anche ribadito che il tipo di mozzarella sequestrata è espressamente destinata alle pizzerie, quindi difficile da trovare sugli scaffali di supermercati e negozi di alimentari. Ma, pericolosa o no, con il burro ad aumentarne la materia grassa e la caseina a far salire le proteine, quella mozzarella in filoni, in cubetti o tagliata a julienne non doveva davvero essere una prelibatezza. I carabinieri hanno posto i sigilli anche ad un quintale circa delle sostanze «galeotte» utilizzate per produrre la sedicente mozzarella. In totale, il valore della merce sequestrata ammonterebbe, secondo una prima stima, a 45 mila euro.

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