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"Testo Unico, il no di Cgil e Pd: «Stop alla controriforma»"

fonte il Manifesto, S.Faroifi / Sicurezza sul lavoro

24/06/2009 - Non un «correttivo», come vuole il governo, ma una vera «controriforma». Un articolato di ben 136 punti, in mezzo ai quali spicca quella norma – articolo 10 bis, ribattezzato «salvamanager» - che è uno schiaffo in faccia ai due processi simbolo in materia di salute e sicurezza sul lavoro, Thyssen Krupp e Eternit. Ma non è tutto qui, la «sovversione», come la definisce il giurista Carlo Smuraglia, è a trecentosessanta gradi. Caduta nel vuoto, per ora, la richiesta del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, di riscrivere il testo (dopo l'accorato appello dei familiari delle vittime della Thyssen Krupp). Inascoltato il parere negativo delle Regioni (anche se la sicurezza sul lavoro è materia concorrente tra stato e regioni). Ignorato l'appello di sessanta penalisti che invitano a cancellare il 10 bis, in quanto contrario alle regole consolidate del diritto penale. Bypassata, infine, la netta contrarietà dei sindacati. Il decreto «correttivo» con cui il governo stravolge il testo unico in materia di salute e sicurezza sul lavoro si presenta ancora tale e quale quello da più parti contestato. Oggi le commissioni lavoro di camera e senato, dopo avere ascoltato le parti sociali nelle scorse settimane votano i «pareri» di maggioranza e opposizione. Il governo ha tempo fino alla fine di luglio per emanare il decreto. Lo stato dell'arte è stato riassunto ieri nel corso di un dibattito organizzato dalla confederazione di corso d'Italia, per ribadire «le ragioni del no» al testo del governo. Nel confronto apparecchiato da Paola Agnello modica (Cgil) tra Paolo Nerozzi, Cesare Damiano e Tiziano Treu (parlamentari Pd), Marco Masi (per le Regioni), Fabio Pontrandolfi (di Confindustria), e Carlo Smuraglia (giurista), spiccava l'assenza di Cisl e Uil. In questione ci sono soprattutto (ma non solo) due articoli, il 2 bis e il 10 bis (cosiddetto «salvamanager»). Lo spiega Paola Agnello Modica: il primo assegna funzioni improprie agli enti bilaterali, conferendo loro compiti di certificazione che invece dovrebbero spettare a un soggetto terzo; il secondo sposta la responsabilità, nel caso di infortuni gravi, dal datore di lavoro e dal dirigente giù fino al lavoratore, «e se approvato interverrebbe su processi in corso come Thyssen Krupp e Eternit». Non solo: il 10 bis intacca anche l'articolo 2087 del codice civile, che prevede l'obbligo per l’imprenditore di fare tutto il possibile per tutelare l'integrità del lavoratore. Con il «correttivo», invece, l'imprenditore risponderebbe solo a quanto espressamente previsto dalla legge. In realtà i punti critici sono molti di più e vanno dal superamento del divieto di visita preassuntiva, all'abolizione della cartella sanitaria di rischio, e giù scendendo fino alla circolare del ministero del lavoro che prevede, per dirne una, che l'ispettorato del lavoro non possa tenere conto delle denunce anonime. «Tutto si può fare, è questo il messaggio che passa ed è la cosa più grave», dice Paolo Nerozzi . vicepresidente della commissione d'inchiesta sulle morti bianche. «Altro che cultura della sicurezza, se passa questo testo ne servirà una dose doppia».

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