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"Emissioni, nuovi limiti nella Ue"

fonte Italia oggi sette, G.Frontoni / Ambiente

28/06/2009 - Via libera alla nuova proposta di direttiva sulle emissioni degli impianti industriali, che in futuro sarà incentrata sui principi di flessibilità ed equilibrio, così come richiesto dal governo di Roma. È stato raggiunto, infatti, un accordo politico in seno al consiglio dei ministri dell'ambiente. «L'accordo politico si basa sull'introduzione di una possibile maggiore flessibilità che le autorità competenti possono esercitare nel concedere le autorizzazioni in materia di emissioni alle installazione dei grandi impianti industriali, sempre con la garanzia di prevenire e ridurre il tasso di inquinamento», ha spiegato il sottosegretario all'ambiente, Roberto Menia. E questo, in un'ottica di tutela dell'ambiente ma con un occhio di riguardo per i costi sostenuti dalle imprese. La proposta di direttiva approvata dai ministri europei disciplinerà in futuro le condizioni per le autorizzazioni integrate ambientali (Aia) per tutte le attività industriali (manifatturiero, energetico, agroalimentare, zootecnico) e fisserà i livelli di emissione a cui gli impianti industriali dovranno adeguarsi entro i prossimi anni. Le strutture esistenti saranno tenute a uniformarsi alle nuove leggi sulle emissioni di qui al 2016, con un margine di controllo che lascia spazio agli adeguamenti fino al 2020. In questo contesto, i ministri dell'ambiente dell'Ue hanno convenuto su alcune proposte formulate dall'Italia che prevedono per esempio, di lasciare all'autorità competente discrezionalità in relazione ai contenuti delle autorizzazioni, in virtù del fatto che si potranno stabilire disposizioni che si discostino dai livelli di emissione basati sull'applicazione delle migliori tecniche disponibili in casi specifici, con riferimento alle condizioni locali e tecnico-economiche dei singoli impianti. Ma non solo. Sul fronte energetico, il consiglio dei ministri europei dell'ambiente ha convenuto sulla necessità di concedere un periodo transitorio di cinque anni per l'adeguamento dei grandi impianti di combustione ai nuovi valori limite di emissione; mentre per le raffinerie è prevista una clausola di revisione con la definizione di una normativa ad hoc che dovrà tener conto delle specificità del loro sistema energetico. Oltre a questo, il vertice di Lussemburgo ha stabilito che la nuova normativa comunitaria dovrà prevedere che le condizioni delle autorizzazioni possano essere riesaminate ogni 5 anni e ha escluso dall'obbligo di presentare autorizzazioni integrate ambientali gli impianti di combustione di piccola taglia (sotto i 50MW) che non avrebbero potuto sostenerne gli oneri.

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