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"Etichetta d'origine su Uht e derivati "

fonte Italia Oggi, G Pascucci / Sicurezza alimentare

24/07/2009 - E' in arrivo un nuovo decreto sull'etichettatura cli origine del latte: si tratterà di decreto ministeriale a firma del ministro Luca Zaia e riguarderà il latte Uht e i derivati dei prodotti lattiero-caseari, principali imputati per la mancanza di informazioni ai consumatori circa la loro provenienza. E poiché non dovrà passare il vaglio del Consiglio dei Ministri, l'iter del decreto dovrebbe essere molto breve: Zaia conta di firmarlo entro la prossima settimana, dopo la riunione tecnica che ci sarà lunedì con i rappresentanti della filiera. Lo ha annunciato il ministro alle politiche agricole Luca Zaia al termine del tavolo con le rappresentanze di settore, alle quali Luca Zaia ha presentato la bozza di decreto. Che, come per l'olio, vuole tutelare produttori nazionali e consumatori inconsapevoli. Estendendo l'obbligo di indicare il luogo di origine per il latte a lunga conservazione e Uht, il luogo di provenienza del latte utilizzato per i derivati e vietando l'impiego di polveri di caseina e caseinati nella produzione di formaggi. «Il decreto vuole garantire ulteriore tracciabilità al latte per una maggiore certezza della sua origine ha detto il ministro ricordando che il nostro paese produce 11 milioni di tonnellate di latte, ma ne importa circa 8. Attualmente il sistema di etichettatura previsto dal dm 27 maggio 2004 e 14 gennaio 2005, riguarda solo il latte fresco e i formaggi e lattici dop. Mentre non c'è alcuna certezza per il consumatore sull'origine di milioni di tonnellate di latte e prodotti derivati importati. E le cifre non sono di poco conto. Per quanto riguarda il latte Uht (ultra high temperature) e Esl (extended shelf life), ad esempio, si tratta di 441.000 tonnellate importate contro pùi di un milione prodotte in Italia. 690.000 sono, invece, le tonnellate di formaggi e latticini estranei al circuito dop e 442.000 quelle importate. Poca trasparenza anche sullo yogurt, di cui 304.000 tonnellate sono realizzate in Italia e 203.000 importate; mentre per il burro si tratta di 115.000 t nazionali e 54.000 importate. C'è, poi, il versante prezzi. Il latte straniero, infatti, sul mercato arriva a costare anche 28 centesimi. «Il decreto vuole essere un apripista per dare nuove opportunità al comparto lattiero caseario e rispondere alla grave crisi che si è aperta sul mercato nazionale e internazionale», ha affermato il ministro ricordando che «il latte italiano è di alta qualità e senza di esso non esisterebbero i 38 formaggi dop, tra cui Parmigiano Reggiano e Grana Padano». A giudizio di Confagricoltura quella di Zaia è «un'iniziativa apprezzabile nell'ottica di tracciare un percorso che permetta di valorizzare le produzioni lattiero-casearie nazionali, che sono la ricchezza dell'Europa e non il suo limite», mentre per la Cia l'etichettatura d'origine «va nella direzione giusta, anche se da sola non risolve di certo i complessi problemi delle imprese e la grave crisi del prezzo alla stalla».

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