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"Fascicolo di fabbricato, il ritorno"

fonte Italia Oggi, E. Cerisano / Edilizia

06/08/2009 - A volte ritornano. Non sono bastate otto sentenze di illegittimità dei giudici di ogni ordine e grado, dal Tar al Consiglio di stato fino alla Corte costituzionale, per scrivere la parola fine sul fascicolo di fabbricato (o libretto casa, che dir si voglia). L'oneroso balzello per i proprietari immobiliari potrebbe infatti ritornare con il piano casa, o meglio, con le leggi regionali che i governatori stanno approvando, alla spicciolata, per dare attuazione all'accordo siglato il 31 marzo scorso in Conferenza stato-città da governo, regioni ed enti locali. L'accordo, come si ricorderà, impegnava le regioni a recepire con legge entro 90 giorni i contenuti del piano. Tra cui figura la possibilità di realizzare aumenti di volumetria del 20% (ed entro il limite di 200 metri cubi) per quanto riguarda gli edifici già esistenti e del 35% per gli interventi di demolizione e ricostruzione. Il tutto allo scopo di migliorare la qualità architettonica ed energetica degli edifici, dando, perché no, anche nuovo impulso a un settore strategico come quello dell'edilizia. Le regioni fino a ora si stanno muovendo, come sempre, in ordine sparso. Solo la metà ha infatti approvato le leggi di recepimento entro il 30 giugno. Alla Toscana, la prima a tagliare il traguardo, si sono aggiunte Lombardia, Piemonte, Veneto, la provincia autonoma di Bolzano, Emilia Romagna, Umbria, Basilicata, Puglia e Valle d'Aosta, In tutte le altre il piano casa è stato approvato solo dalle rispettive giunte, mentre sono in ritardo Calabria e Abruzzo (quest'ultimo per giustificato dall'emergenza terremoto) nelle quali le misure per rilanciare l'edilizia sono ancora allo studio, nonché la provincia autonoma di Trento che non aderisce all'iniziativa. Per il momento sarebbero tre le regioni in cui potrebbe riaffacciarsi lo spauracchio del fascicolo di fabbricato: Campania, Lazio e Basilicata. Nei tre progetti di legge in corso di approvazione gli enti subordinano l'autorizzazione ad aumentare la volumetria degli edifici alla compilazione del libretto casa. Il Lazio, per esempio, richiede che il fascicolo venga compilato sulla base delle disposizioni di una legge regionale già esistente (la n.31/2002) la quale però non pone alcun obbligo a carico dei cittadini, trattandosi di una normativa meramente facoltativa. In alternativa, la proposta di legge della giunta guidata da Piero Marrazzo rimanda alle disposizioni comunali in materia di fascicolo di fabbricato eventualmente vigenti. Che però non si capisce bene quali siano, visto che sia a Roma che a Civitavecchia, gli unici precedenti in territorio laziale, le normative comunali sono state dichiarate illegittime (si veda box in pagina). La Campania, anch'essa non nuova a iniziative di questo genere (nel 2002 la regione aveva approvato una legge sul libretto casa dichiarata incostituzionale dalla Consulta con sentenza n.315/2003) sembra muoversi sulla stessa scia del Lazio, prevedendo che la compilazione del libretto sia condicio sine qua non della domanda di ampliamento volumetrico. Ma rispetto alla legge laziale la regione guidata da Antonio Bassolino aggiunge un elemento di incertezza in più, rinviando per la definizione dei contenuti del fascicolo a un successivo regolamento regionale. Nel frattempo però si richiede agli interessati di presentare l'esito della valutazione di sicurezza degli edifici e il certificato di collaudo. Poi, quando verranno definiti i contenuti del fascicolo finale, andranno certificati gli ulteriori requisiti previsti. L'operazione delle tre regioni non piace a Confedilizia che la giudica un vero e proprio «sabotaggio del piano casa, in contrasto con i principi ispiratori dell'iniziativa governativa, finalizzata a rilanciare l'edilizia attraverso la previsione di nuove possibilità per i proprietari e la semplificazione delle procedure esistenti». Perché allora quest'ennesimo tentativo di reintrodurre l'adempimento nonostante le ripetute bocciature dei giudici? Confedilizia non ha dubbi: «è un solo un regalo ai professionisti che con il piano casa si arricchiranno ancor più a spese dei cittadini». Nel fascicolo vanno infatti indicate informazioni molto particolareggiate (consistenza del fabbricato, stato di conservazione, persino la conformazione geologica del sottosuolo) che mai potrebbero essere inserite autonomamente dai proprietari i quali dovranno perciò rivolgersi a geometri, ingegneri, periti, geologici, con inevitabili costi. «Francamente se ne potrebbe volentieri fare a meno in un periodo di crisi. E poi se davvero fosse utile ai fini della sicurezza non si spiegherebbe l'imposizione del fascicolo di fabbricato solo quale prezzo per l'ottenimento di una autorizzazione», fanno notare a Confedilizia.

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