11/09/2009 - È una svista davvero poco «notarile» quella della commissione studi civilistici del Consiglio nazionale del notariato. E stupisce che proprio questi professionisti, abituati a verificare fino all'ultima virgola di un atto, siano caduti in un grossolano errore di valutazione delle legislazioni vigenti in materia di competenze professionali. E basterebbe soffermarsi a leggere la nota elaborata dalla commissione studi del Cnn per rendersene conto. Il documento nel voler fornire delle indicazioni sulla nuova normativa relativa alla certificazione energetica ha escluso involontariamente (?) tra l'elenco dei soggetti abilitati a rilasciare gli attestati di conformità, proprio quei professionisti che più di ogni altri sono impegnati nel campo della certificazione energetica e cioè i periti industriali. E non solo, perché, nell'escluderli ha invece considerato quali unici tecnici abilitati gli ingegneri, gli architetti e, in alcuni casi, i geometri. Cosa ha causato quindi questa «autorevole indicazione»? Che tale documento d'indirizzo, cui molti notai si stanno uniformando pedissequamente e acriticamente, sta portando al rifiuto di tutti quegli elaborati professionali prodotti in tema di certificazione energetica proprio dai periti industriali. E la cosa che stupisce ancora di più è che quando l'ordine guidato da Paolo Piccoli è stato sollecitato ad effettuare una correzione alla svista (?) la risposta è stata laconica e insufficiente. Il tutto senza rendersi conto dei danni creati. Danni prima di tutto patrimoniali perché questi professionisti stanno via via perdendo importanti e delicati incarichi professionali, ma danni anche sostanziali e pregiudizievoli perché, a macchia d'olio, si sta diffondendo la falsa notizia che vede i periti industriali incompetenti proprio laddove invece lo sono maggiormente. Basti pensare che, in tutti questi anni, i periti industriali hanno fatto dell'attività di verifiche uno dei propri fiori all'occhiello.Tra l'altro stupiscono anche ulteriori dettagli contenuti nel documento del notariato. Il primo sta nel fatto che lo studio si sia soffermato su una precisazione sulla quale, tra l'altro, sono cambiate le disposizioni legislative: secondo quanto prevede, infatti, il dl 112/08 l' attestazione di certificazione energetica che viene redatta da un professionista non abilitato non inficia più, come avveniva nel passato, la validità dell'atto. Il secondo riguarda la circostanza che lo studio si soffermi inutilmente a specificare la competenza dei geometri, puntualizzando quella relativa alla progettazione di edifici in cemento armato. Questo precisazione non solo è inconcludente ma mette in evidenza ancora di più l'inspiegabile esclusione dei periti industriali dall'elenco delle professioni tecniche abilitate alla progettazione di edifici e di impianti, salvando sempre solo ingegneri e architetti. È ancora più strano se si pensa che la normativa sulla certificazione energetica non fa nessun distinguo sulla progettazione degli edifici in relazione ai materiali utilizzati: in pratica il perito industriale potrebbe attestare la certificazione energetica di un appartamento posto, per esempio al 30° piano del grattacielo. Forse sarebbe stato sufficiente che chi ha elaborato l'illuminante testo avesse letto, con un minimo di attenzione, i decreti e il testo di legge in cui si fa riferimento espresso ai professionisti iscritti negli specifici ordini e collegi professionali abilitati alla progettazione di edifici e impianti (unico e solo requisito per attestare il rendimento energetico), senza inerpicarsi in arbitrarie sottigliezze interpretative sulle competenze professionali che solo una legge dello stato può conferire. L'invito del Cnpi è quello di effettuare una rettifica al più presto dello studio, se questo non dovesse avvenire il consiglio guidato da Giuseppe Jogna sarà costretto a intraprendere iniziative giudiziarie in tutte le sedi sia contro i singoli professionisti sia contro lo stesso consiglio nazionale.

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