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"Morti sul lavoro, serve vigilanza"

fonte Italia Oggi, V.Lucarelli - Cisal / Sicurezza sul lavoro

05/11/2009 - Sempre aperto il fronte per vincere la battaglia della prevenzione nei luoghi di lavoro e di vita, secondo un rapporto nel quale «ammazzarsi di lavoro » non può essere soltanto un modo di dire, piuttosto una verità alla luce di dati statistici che parlano il linguaggio di una evidenza numerica pari a quasi 2 mila morti l'anno. Di questi, circa 300 nel solo settore dell'edilizia, classificato tra i più pericolosi. Si è detto, con periodica monotonia, che quello degli incidenti sul lavoro era un problema gravissimo, particolarmente per un paese che si definisce civile. Negli ultimi mesi, su queste pagine, la Cisal ha sollevato la questione specifica non per colpevolizzare nessuno, ma per lare emergere una certa latitanza della prevenzione e richiamare alle proprie responsabilità. Non a caso, la Cisal non si è mai stancata di lamentare l'esiguità dei controlli e della vigilanza sui luoghi di lavoro, laddove la presenza di esperti pubblici della materia, all'uopo deputati deve essere più frequente e diffusa. Anche ricorrendo ad altri esperti, facoltizzati da provvedimenti ministeriali ad hoc. D'altra parte ritornare sempre a sottolineare un problema così fondamentale per lo sviluppo della prevenzione, in sintonia con la qualità produttiva, significa che non esiste la giusta capacità di ascolto. Mentre i morti sul lavoro (compresi gli invalidi) si prevengono soltanto in presenza di una diffusione volgarizzata delle conoscenze di rischio nelle aziende, fino a ricomprendere e coinvolgere l'intera società dei territori, senza cui anche le norme più stringenti rischiano di risultare inefficaci. Certo, molto hanno già contribuito decaloghi e codici di comportamento diffusi da varie fonti. Tuttavia, non si può dimenticare che i lavoratori non regolari siano in Italia in continuo aumento. Infatti, già tre anni fa, questi erano 2 milioni e 794 mila. E nelle costruzioni edili l'occupazione era salita al 10,8%, su una media nazionale dell'11,5. Occorre quindi, secondo la Cisal, prendere il toro per le corna, anche per rendere effettivo il cartellino di riconoscimento ormai reso obbligatorio. Oltre alla comunicazione di assunzione del giorno prima. Senza contare lo sviluppo della consulenza antinfortunistica secondo un preciso protocollo normativo e di intese contrattuali espressamente sottoscritti.

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