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"Da Parmalat ai parenti degli operai morti "Pugnalata la giustizia, ci faremo sentire""

fonte La Repubblica, E. Livini / Sicurezza sul lavoro

13/11/2009 - MILANO - Qualcuno le ha già ribattezzate le vittime collaterali del processo breve. Sono i 360mila risparmiatori italiani travolti dai crac finanziari degli ultimi anni (da Parmalat a Cirio fino alla Giacomelli). I familiari delle vittime del rogo Thyssen e della strage silenziosa dell’amianto di Casale. Le associazioni dei consumatori in guerra contro bancarottieri, reati ambientali e sofisticatori alimentari. Tutti impegnati da anni in lunghe e costose battaglie giudiziarie che ora rischiano di finire nel nulla. Cancellate dal colpo di spugna necessario per far saltare i processi a carico del premier Silvio Berlusconi. «Ci sentiamo presi in giro - dice Nicola Pondrano, storica bandiera della vertenza Eternit e segretario della Camera del Lavoro di Casale Monferrato - La giustizia in Italia ha tanti problemi. Ma i problemi con la giustizia di una persona non possono vanificare i decenni di lavoro che sono stati necessari per mettere in piedi un processo come quello sull’amianto». Un procedimento che oggi – lo ammette il procuratore di Torino Giancarlo Caselli – è «a rischio». «Ci sono in ballo 1.500 morti, 3mila parti lese - snocciola Pondrano - Noi pretendiamo solo tempi consoni al dettato costituzionale per portarlo a termine. Il primo dicembre, era previsto, tappezzeremo Casale con 2mila tricolori con su scritto "Giustizia per l’Eternit". A questo punto questa frase vale doppio». In piazza scenderà anche Legami d’acciaio, l’associazione dei parenti delle vittime Thyssen. «Non riesco a immaginare che processi come il nostro possano finire senza sentenza per la prescrizione – spiega il portavoce Ciro Argentino – Sarebbe una nuova pugnalata. Stiamo organizzando iniziative pubbliche per chiedere giustizia per i morti sul lavoro». L’effetto processo-breve rischia di travolgere come uno tsunami anche il popolo del risparmio tradito. Le centinaia di migliaia di italiani che hanno visto andare in fumo nei crac di inizio millennio 23 miliardi. Ai colpi bassi sono abituati. La Cirielli ha fatto saltare processi (e risarcimenti) come quello di Bipop-Carire. La class action non retroattiva ha tolto loro un’arma essenziale. Il salva-Berlusconi però - specie per i reati finanziari minori - rischia di essere il colpo di grazia. «Bisognerà vedere il testo finale - dice Carlo Federico Grosso, legale del Comitato di 32mila obbligazionisti Parmalat - Ma il rischio di un’amnistia generale per questi scandali è concreta». «È uno scempio - va giù duro Elio Lannutti, senatore Idv e presidente dell’Adusbef - Un provvedimento pro-furbetti del quartierino che impedirà a migliaia di cittadini di avere giustizia». Azioni legali promette pure Rosario Trefiletti, numero uno di Federconsumatori. «Ricorreremo in tutte le sedi. Alla Corte costituzionale, a quella europea. Se serve raccoglieremo le firme per un referendum – dice – Ok accorciare i tempi dei processi. Ma questa è un’amnistia. E le vittime sono i più deboli. E tutto, alla fine, per salvare una persona sola...» .

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