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"Quando l`infortunio diventa un`ordinaria disgrazia"

fonte La voce Repubblicana / Sicurezza sul lavoro

23/01/2010 - Portato ineluttabile dell`industria": così la teoria del Rischio Professionale, posta a base della resistente concezione della tutela assicurativa degli infortuni sul lavoro, tacita ancora incertezze, attraverso un`eclissi etica che tranquillizza, non solo pragmaticamente, sul piano dei risarcimenti. Da queste pagine si è reiteratamente tentato di condurre sensibilità aggiuntiva sulla tragicità dei temi; oggi si ritiene necessario richiamare analisi e valutazioni svolte sul Testo Unico Sicurezza Lavoro, il Decreto Lgvo 9 aprile 2008, n.81. "Il bilancio di morti e di lesioni diversamente gravi", che nel mondo del lavoro scaturisce da infortuni e malattie professionali, nonostante la rinnovata attenzione generale su tutti gli aspetti, reca solo deboli e saltuari segnali di alleggerimento. Negli ultimi anni, i valori statistici correlati (in specie il rapporto tra eventi e lavoratori in forza), in ciascuna delle tipologie di casi, hanno lasciato registrare un andamento pressoché invariato. Sebbene il raffronto con gli stati dell`UE non faccia leggere situazioni che indichino quella italiana tra le posizioni peggiori, non rassicura per nulla sapere che oltre un milione di cittadini ogni anno incontra nella propria attività momenti di vita avversa, di danno non solo fisico, quando una parte inaccettabile di loro (1.200 in un anno) non muoia. Il numero degli eventi che sono da ritenersi, in via oggettiva, riferibili a condizioni di lavoro pregiudizievoli (cause e circostanze), ma "evitabili", non possono quindi non essere presenti nella coscienza sociale, anche politica del Paese, di chi è richiesto o comunque è in grado, di assicurare adempimenti di sicurezza e igiene sui luoghi di lavoro, tanto in termini di prevenzione, quanto di vigilanza sull`applicazione delle norme: in specie, i datori di lavoro, l`apparato pubblico, ma non ultimi i lavoratori medesimi (riguardo a cautele connesse alle procedure di lavoro). Nella rete di protezione dagli incidenti, infatti, per un verso, non tutti e non sempre rispondono agli obblighidi legge, per. un altro, le prescrizioni mostrano, ancora, lati d`insufficienza o debolezza. Va considerato in proposito che giocano certamente un ruolo decisivo, la formazione/addestramento del lavoratore, perlomeno al pari dell`adozione delle misure di sicurezza e dei dispositivi di protezione. Discorso a sé, quello sulla vigilanza di stato, dalla povertà numerica del cui organico complessivo emerge l`assoluta inadeguatezza di un servizio essenziale. La frammentazione tra gli Enti preposti, in una capillarizzazione estrema di competenze specifiche, non favorisce, peraltro, la sintesi di stati coerenti e omologhi nel livello e nell`efficacia. A proposito di tale ultimo tema, non è da sottovalutare a quanta parte della funzione della qualità dei controlli mirati, più propriamente detti - sia altresì connaturata un`azione di prevenzione diretta, possibile in via prioritaria in Inail, attesa la quotidiana esperienza del determinismo e delle dinamiche nell`infortunio, non meno delle negative condizioni ambientali e dei cicli produttivi e delle cause nelle malattie professionali. Quanto sopra inteso, va detto con determinazione che le perdite umane che si subiscono giornalmente reclamano poche altre considerazioni e che c`è sempre meno spazio per consentirci di non "fare" sul piano delle soluzioni attuative delle norme, giunte al testo unico della sicurezza, o non "pensare" su quello del rafforzamento delle disposizioni, riguardo ad accadimenti, prevedibili ed evitabili. Espressioni di parti politiche e di opinione, sul costo economico degli infortuni, sul lavoro, forse criticabili sotto il profilo dell`opportunità e della sensibilità, non sono tuttavia tralasciabili: i capitali (in danno) del tessuto socio-economico dell`impresa Italia, ammontano a cifre ingenti, assolutamente non più sostenibili. "Delitti accettabili": proprio il 29 dicembre2009 dalle colonne dell`Espresso", Giorgio Bocca individua gli infortuni mortali, come tollerati per una rassegnata indulgenza dai confini ampi e non controllabili di una pericolosità oggettiva, colpevole solo di subire gli eventi assimilati ad inevitabili casualità negative.L`infortunio sul lavorosembra consolidare il proprio livello d`indifferenza nelle coscienze: la monetizzazione della vita umana. volge senza remore verso proposizioni raziocinanti e nell`immaginario collettivo degli ultimi venti anni, il tessuto di una società che si accetta di fronte all` immanenzadelle morti bianche, si attrezza sempre più spesso a cogliere aspetti di convergenza verso lo Stato, per ottenere il massimo e più del massimo in termini di indennizzi ai superstiti, piuttosto che a intraprendere azioni di pretesa nei confronti dei datori di lavoro e delle istituzioni obbligate a garantire la sicurezza nei luoghi di lavoro. Ci sono vittime anche tra gli imprenditori impegnati personalmente in attività di lavoro, gli artigiani (figure miste): ma è il lavoratore, in effetti, che subisce infortuni e la questione si conferma riguardo ai doveri del titolare di assicurare progetti in "sicurezza". L`infortunio accaduto giorni orsono - a due operai morti perché privi di elmetti di protezione (presidi individuali di prevenzione) - assolve, nel suo determinismo, al compito di riequilibrare le statistiche sulle responsabilità: è stata colpa, infatti, dei lavoratori che hanno corso il rischio di lavorare in condizioni di sicurezza palesamente difformi dalle prescrizioni! Ma forrriazioiie-informazione e addestramento dei lavoratori sulle norme di prevenzione restano attività non delegabili per l`imprenditore: così per il controllo dell`avvenuta adozione delle misure da parte degli operai.L`Inail riconoscerà tempestivamente l`indennizzo del caso: la responsabilità morale del "duplice omicidio" si diluirà nel mare di atti formali delle varie inchieste che non potranno asseverare nulla di più di "evento occasionale(drammaticamente perverso)". L`anno appena iniziato è stato individuato dall`UE quale "anno della sicurezza`. Ci si domanda come, governo e istituzioni, intendano attivare fasi specifiche di revisione del sistema di vigilanza. se l`aspetto straordinario nel fenomeno infortunistico consiste, tuttora. nella percezione di ordinarietà, sia nei confronti degli eventi stessi, sia dell`azione di controllo sul territorio.

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