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"Apprendisti stregoni in formazione"

fonte Italia Oggi, Walter Passerini / Formazione ed informazione

25/01/2010 - Fa discutere l'abbassamento dell`età dell`obbligo e di conseguenza dell`età del lavoro iniziale a 15 anni, votato nei giorni scorsi in commissione Lavoro alla Camera. Un iter che ora passa per l`aula e che non mancherà di suscitare altre aspre discussioni. Vorremmo diradare i fumi che fanno velo a un dibattito sereno, riducendo gli aspetti ideologici e riproponendo la sostanza dei problemi. Data al 1 settembre 2007 il provvedimento con ii quale veniva alzata in Italia l`età del lavoro a 16 anni, sotto ìl governo Prodi, con ministro del lavoro Cesare Damiano. Limite che portava a 10 anni il percorso della scuola dell`obbligo. Ora quel provvedimento verrà probabilmente cancellato, con una motivazione di recupero: sono troppi i ragazzi che tra i 14 e i 17 anni non lavorano e non studiano, oltre 126 mila, che vanno recuperati al lavoro regolare e a una qualifica. La diatriba è antica. La prima questione è quella di considerare l`impresa come luogo di formazione. Il che significa che accanto al lavoro on the job ci sia anche una formazione on the job e una formazione d`aula. Una quantità significativa di formazione extra moenia e la presenza di un tutor aziendale distingue un vero processo formativo dal suo camuffamento. Per la verità su questo punto soffriamo ancora dell`incertezzadi una norma sull`apprendistato, prevista dalla legge Biagi, che non è stata omogeneamente assunta dalle Regioni, titolari della materia, che fa sì che vi sia il rischio di avere venti modi diversi di affrontare il problema. La seconda questione è quella della precocizzazione, Andare al lavoro troppo presto significa rischiare di ipotecarela propria vita e la propria carriera ai gradini più bassi della scala sociale, con lo stigma ulteriore dell`immobilità. Diecidodicì anni di obbligo scolastico sono i limiti a cui tutti i paesi sviluppati stanno puntando, anche grazie a un sistema di formazione professionale di f ualità. Nel nostro paese la formazione professionale viene retrocessa a serie B e qualche volta, per la verità, lo è davvero. Si tratta quindi da un lato dì mantenere il limite dei dieci anni di obbligo scolastico e dall`altro lato di riempire di qualità e valore certificabili l`apprendimento sul campo. Senza dimenticare che in Italia vi sono molti ragazzi con meno di 15 anni che in realtà lavorano, naturalmente al nero.

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