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"Infortuni, norme da rispettare "

fonte Italia Oggi, Vincenzo Lucarelli / Sicurezza sul lavoro

28/01/2010 - Gli ultimi del paradiso, è il titolo di una fiction televisiva, andata in onda in prima serata su Raiuno domenica e lunedì scorsi, riguardante le condizioni in cui oggi si è costretti a operare in molti settori produttivi sempre più pericolosi. Una fiction, peraltro, oggetto di un servizio di Gian Antonio Stella, apparso sabato 23 gennaio sul Corriere della Sera, nel quale l`autore richiama l`attenzione sulle stime relative ai morti registrati nel 2009, che potrebbero essere meno di mille. Si tratta di un intervento giornalistico che suscita alcuni interrogativi nei confronti di un annoso e insoluto problema. Tanto più che le specifiche iniziative di informazione, particolarmente quella su Rai uno, affrontano con tatto e stile una diagnosi sugli scandali delle morti sul lavoro, senza indicare le correlate terapie risolutive. L`articolo evidenzia una conoscenza del fenomeno, presente nei luoghi di lavoro, da oltre un secolo. E coinvolge i limiti di una prevenzione non più gestita centralmente dallo stato, in antitesi al contenuto dell`articolo 117 della Costituzione, totalmente ignorato dai promotori della riforma sanitaria, che ha spalancato le porte tanto «allo sfruttamento feroce della manodopera ai limiti dello schiavismo» (di cui parla testualmente Gian Antonio Stella), quanto al mancato rispetto delle norme di sicurezza, pure esistenti (almeno dal 1955) che nessuno più (o ben pochi) ricordano. Eppure, sono norme contenute nel dpr 547/55, ancora attuali, contenute in un vigente corpus juris. Persino condiviso dalle direttive europee sulla prevenzione e recepito con i decreti legislativi 626/94 e 494/96. Ecco perché un film che mette a nudo una parte del fenomeno che tutti conoscono,mentre fingono di apprenderne l`evidenza solo oggi senza andarealle radici delle cause di un sistema di costume e di regole quasi sempre ignorato dai poteri locali con affidamenti di rappresentanza e gestione di strutture sanitarie territorialì di nomina legata al criterio dell`appartenenza partitica, con tutto quel che segue. Giova, poi, segnalare, per la cronaca, un film sull`argomento, di cui è stato autore e regista, Pasquale Squitieri, L`avvocato De Gregorio, a cui nel 2003, venne assegnato il premio Ennio Flaiano, protagonisti Giorgio Albertazzi e Gabriele Ferzetti. In particolare, sul tema specifico della sicurezza e del degrado ambientale e civile, Squitieri concentrò la sua attenzione, sottoforma di denuncia, su un operaio edile, Gaetano Locascio, ennesima vittima di quella spregevole schiavitù che è il lavoro a nero. «Salari di fame, assenza di qualsiasi garanzia, compromessi infiniti per sopravvivere», sono il filo conduttore del film, secondo lo schema malavitoso di un ricatto antico, che chiede interessi sempre più esosi. Che, secondo Squitieri, in altre regioni d`Italia sono reati, invece nel mezzogiorno (in particolare a Napoli) sono tragedie.

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