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"Rifiuti, troppi oneri per le pmi "

fonte Italia Oggi, Emanuela Sanna / Ambiente

27/01/2010 - Il fine è senza dubbio condivisibile: «Combattere l’illegalità nel settore dei rifiuti, contrastare il proliferare di azioni e comporta menti non conformi alle regole esistenti per mettere ordine a un sistema di rilevazione di dati che sappia facilitare i compiti affidati alle autorità di controllo». Con la nascita del Sistri, il sistema telematico per la tracciabilità dei rifiuti, voluto dal ministero dell’ambiente, e reso definitivamente operativo con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del decreto del 17 dicembre scorso, le ecomafie avranno vita dura grazie a un sistema satellitare che, come recita lo slogan sul bidone arancione che fa da testimonial all’operazione, non perderà di vista «nemmeno un attimo» i 47 milioni di tonnellate di rifiuti, di cui il 10% pericolosi, che vengono prodotti ogni anno in Italia .spacerun: E ancora: basta con i vecchi adempimenti cartacei, che con sentivano l’accesso ai dati con una media di circa due anni di ritardo, con i moduli da compilare, con pezzi di carta, le bolle di accompagnamento, le incertezze sui flussi di entrata e di uscita, Chiavette usb per i produttori, kit satellitare e blac box per i trasportatori, telecamere in ogni discarica e il gioco è fatto, 11 tutto sottola gestione e il controllo dei carabinieri via terra e della guardia costiera per i trasporti via mare. Se poi si va a vedere su internet il sito del Sistri, messo a punto dal ministero dell’ambiente, appare tutto molto semplice, efficiente, funzionale. Il progetto, predisposto, va rato e approvato in tempi record, riguarderà i trasportatori, le discariche, le imprese e i comuni della Campania, ma in seguito potrà essere anche alle altre regioni che segnaleranno difficoltà nello smaltimento dei rifiuti. Le imprese con meno di dieci dipendenti che producono rifiuti non pericolosi hanno la facoltà di aderire al Sistri o mantenere il vecchio sistema.Peccato però che questa meraviglia , che andrà a sostituire l’attuale Mud (modello unico di dichiarazione ambientale rischia di trasformarsi in un peso enorme per le circa 700 mila imprese che dovranno do tarsi, in tempi brevissimi, di complessi supporti informatici con un notevole aumento dei costi. Peccato che il tanto sbandierato risparmio sostenuto dal ministero si tradurrà in un contributo annuo variabile dai 100 ai 700 euro, ai quali andranno aggiunte le spese da da sostenere per la registrazione, quelle per i servizi di assistenza e manutenzione, quelle per la formazione del personale addetto. Se si pensa che il sistema economico italiano è principalmente formato da piccole e micro imprese, ci si rende facilmente conto di quale può essere l'impatto economico per il nostro sistema produttivo .Ancora maggiori poi, saranno gli oneri che dovranno sostenere gli autotrasportatori, che dovranno provvedere di tasca propria all’installazione della black box, dell’antenna Gps e di una batteria tampone. Il tutto per ogni m posseduto. Facile dunque prevedere che il conseguente cumulo dei costi dell’intera filiera verrà inevitabilmente scaricato sul produttore dei rifiuti e sui consumatori. Peccato, infine, che «la sem pnbc degli adempimenti burocratici», promessa dagli spot promozionali del Sistri, sia in realtà una procedura a dir poco complessa, come en dal cospicuo elenco dei documenti da presentare. E così le piccole medie imprese e le associazioni dell’artigianato, Cna in testa hanno sollevato dubbi e opposizioni, non certo al sistema che, come affermano in un documento unitario, va senza dubbio attuato «per favorire una corretta e legale gestione dei rifiuti nel nostro paese», quanto ai suoi contenuti che, allo stato attuale, risultano troppo one rosi e di difficile gestione soprattutto per i piccoli. Da qui le richieste che mirano a ridurre i costi del Sistri, rendendo più efficace ed efficiente il sistema. di primo luogo, sostiene la Cna, va garantito che il software sia accessibile gratuitamente. Ma le preoccupazioni maggiori delle associazioni di categoria sono soprattutto sui tempi. La scadenza per l’iscrizione al Sistri del primo gruppo di imprese (quelle con più di 50 dipendenti) è prevista, infatti, per il 28 febbraio prossimo e si teme che molte di esse non siano attrezzate per implementare in tempi brevi un sistema complesso come quello proposto. Ecco perché c’è la necessità di un’introduzione graduale del sistema, che consenta di garantire alle imprese il tempo necessario per ricevere una comunicazione adeguata sul funzionamento del Sistri, nonché per la formazione degli addetti. A tal fine la Cna sta premendo sul piano legislativo, per cercare di ottenere una proroga e rinviare l’entrata in vigore dell’intero sistema, ma a questo punto una marcia indietro appare assai difficile. Anche perché la campagna pubblicitaria messa su dal ministero dell’ambiente per promuovere il nuovo sistema è tale che nessuno sembra essersi accorto del fatto che a pagarne costi, disfunzioni ed eventuali errori saranno le imprese.

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