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"Edilizia: il calo delle imprese "

fonte La Gazzetta del Mezzogiorno / Edilizia

31/01/2010 - Gli imprenditori edili pugliesi si dichiarano pronti a superare test di qualità un tempo impensabili, in attesa di una ripresa della domanda che si spera giunga già quest’anno sia nel settore pubblico, perché la regione ha bisogno di infrastrutture per crescere, che nel privato perché c’è bisogno di case e perché il mattone è ancora considerato come il migliore investimento (dal 75% degli italiani). Il rientro dei capitali con lo scudo fiscale potrebbe avere conseguenze positive per il mercato immobiliare, ma le stime non sono univoche: l'afflusso di capitali potrebbe avere ricadute positive valutabili in un +15% in due anni, ma non è sicuro. «Per ora – com - menta l’ing. Salvatore Matarrese, presidente regionale dell’Ance che rappresenta i costruttori edili - si sa solo che il piano casa non dà gli esiti sperati anche per l’impossibilità di sfruttarlo da parte dei Comuni: ha messo in moto più i semplici ampliamenti, ai quali sono interessati solo le piccole imprese, che le più impegnative ricostruzioni». Queste ultime, determinanti per la riqualificazione dei quartieri degradati, stentano perché sono ancora poco convenienti. «La legge regionale – aggiunge l’avv. Franco Zippitelli, vice presidente nazionale della Confindustria e presidente della federazione pugliese - è sicuramente da rivedere perché è la più restrittiva in rapporto alle altre regioni. In particolare è molto sentita l’esigenza di consentire gli interventi previsti anche su edifici non residenziali: la loro esclusione determinerà una riduzione di circa il 70% degli investimenti e dell’occupazione. Inoltre, secondo la legge gli interventi di ricostruzione devono essere realizzati nel rispetto delle altezze massime e delle distanze minime previste dagli assetti urbanistici. Orbene, per esempio, una città come Bari le cui altezze massime dei fabbricati sono state già raggiunte, un articolo di legge così ideato rende irrealizzabile l’intero impianto della legge stessa non potendo alcun fabbricato essere ricostruito con un altezza maggiore avendo già raggiunto quella massima». Il risultato? Il calo delle imprese. Attualmente sono 41.855, con un saldo negativo dal 2007 al 2009. «Di pari passo al calo delle compravendite: del -21,8% delle abitazioni e del -18% dei capannoni», dice Salvatore Matarrese. Oltre al calo degli investimenti in opere pubbliche (-14%) ed alle riqualificazioni residenziali (-12%, col segno positivo solo a Bari). A macchia di leopardo anche la diminuzione delle compravendite residenziali dal 2006 al 2009: mentre a Bari e nella Bat è del 26%, vicino alla media regionale (-26,2%), è meno acuta a Lecce e Foggia (-21%) e più evidente a Taranto (-33%), Brindisi (-31,9%). A prescindere dal deludente biennio trascorso, il 2010 potrebbe essere un anno di ripresa del mercato residenziale in Italia, Puglia compresa. Quantomeno per certe nicchie ben delimitate del mercato: quella degli immobili di qualità e di determinate zone di alcune città. Comunque, anche se ci sarà qualche segnale di ripresa, la risalita sarà decisamente troppo timida per porre rimedio al crollo registrato nel 2008-2009. Nonostante una ripresa nell’ultimo semestre del 2009 che fa ben sperare: l’andamento è risultato migliore che nel semestre precedente con 406.735 transazioni (-13,6% rispetto allo stesso periodo del 2008). Anche Assoedilizia si aspetta un 2010 dal sapore leggermente diverso: se per i primi 6 mesi del nuovo anno la musica non dovrebbe cambiare, da giugno in poi il mercato si regolerà su nuovi ritmi, anche se solo in alcuni particolari settori. A premiare sarà la qualità.

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