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"Etichettatura e data di scadenza "

fonte rivista Alimenti&Bevande / Sicurezza alimentare

06/03/2010 - Non è reato dichiarare su un prodotto alimentare un contenuto di vitamina C inferiore a quello effettivo, purché sia riferito alla data di scadenza del prodotto. Questo quanto è quanto ha stabilito la Corte di Giustizia europea chiamata a pronunciarsi su un procedimento contro una ditta austriaca che dichiarava nell’etichetta nutrizionale di un succo d’ananas un contenuto di acido sorbico pari a 300 milligrammi per litro, mentre dalle analisi effettuate dalle autorità competenti è risultato un contenuto maggiore: 430 milligrammi per litro. Durante il processo la ditta ha affermato che quanto dichiarato in etichetta si riferiva al contenuto di vitamina C riscontrato nel prodotto con analisi interne alla data di scadenza. Quest’affermazione ha portato la questione davanti alla Corte di Giustizia europea per chiarire se nella Direttiva 1990/496/CEsull’etichettatura è prevista la possibilità di dichiarare un contenuto di acido sorbico riferito alla data di scadenza del prodotto, premettendo che è conoscenza comune che la vitamina C si degrada nel tempo. La sentenza stabilisce che la direttiva sull’etichettatura nutrizionale non impedisce all’indicazione di riportare un contenuto vitaminico inferiore riferito alla data di scadenza del prodotto, perché quest’aspetto dell’etichettatura del prodotto non viene disciplinato dalla direttiva, si lascia quindi libera interpretazione alle singole legislazioni nazionali.

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