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"Indennità Inail ostaggio dei conti pubblici"

fonte Italia Oggi, Francesco Bianco / Sicurezza sul lavoro

21/05/2010 - Prestare attenzione ai provvedimenti legislativi all'esame del Parlamento sulla rivalutazrone delle prestazioni indennitarie erogate dall'inail, tenuto conto della prioritaria necessita di stabilità della finanza pubblica. Questo in sostanza Il monito del ministro del Welfare Maurizio Sacconi, in risposta all'interrogazione dell' on. Reguzzoni del 12 maggio. Il question time alla Camera ha posto in evidenza il vuoto normativo in ordine alla rivalutazione dell' indennità risarcitoria del danno biologico, evidentemente indispensabile al fine di dare concreta attuazione al principio costituzionalmente garantito dell'obbligo di corresponsione di mezzi adeguati alle esigenze di vita in favore degli invalidi del lavoro. Infatti, il dlgs 38/2000 ha si introdotto il riconoscmiento del danno biologico ma, nel contempo, non ha previsto un meccanismo di rivalutazione automatica su base annua della tabella degli indirizzi, determinando, quindi, una cristallizzazione degli importi all'anno 2000, con inevitabile diminuzione dalla tutela dei lavoratori. Il ministro ha, altresì, ricordato il proprio decreto del 27/3/09 con il quale si e disposto un parziale reintegro della tutela con l'aumento del 8,68% degli indennizzi , ma è evidente che la misura adottata in via straordinaria non può colmare il grave vuoto normativo che inevitabilmente induce ad eludere il principio di tutela sancito nell'art 38 della Costituzione. La concreta attuazione della tutela costituzionale richiede adeguata copertura finanziaria, considerati anche i numeri dati dal ministro; il quale ha stimato, gli oneri in circa a 110 milioni di euro per il primo anno, fino, a 370 milioni nell'anno 2020, poiché per tali provvedimenti si rende necessaria una copertura a proiezione decennale. E apprezzabile la dichiarata sensibilità del mistro e di tutto il governo al problema, ma desta preoccupazione l'individuazione dì una risposta nei limiti che le restrizioni di finanza pubblica, legate alla necessaria disciplina di bilancia, impongono. Confrontare il riconoscimento dei diritti di ogni cittadino alle ragioni e necessità di bilanicio è lecito, oltre che al momento indispensabile, ma, fuori da ogni banale retorica, escludere da queste logiche i cittadini inabili al lavoro, peri quali nona caso i Padri Costituenti hanno previsto una particolare tutela, appare doveroso, nel rispetto dei principi che hanno connotato la nostra civiltà e caratterizzato la nostra democrazia.

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