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"Certificati verdi, il GSE non riacquisterà quelli eccedenti"

fonte Ufficio Stampa – FISE / Ambiente

07/06/2010 - L’Italia rischia un blocco dello sviluppo delle fonti rinnovabili, oggi già ampiamente sotto la media europea e sempre più lontane dall’obiettivo "17% di energia prodotta" previsto per il 2020. È questa la conseguenza - denunciano Federambiente e FISE Assoambiente, le Associazioni che rappresentano le imprese pubbliche e private di gestione rifiuti - di quanto previsto all’articolo 45 della manovra finanziaria ( DL 78/2010), recante misure urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria e di competitività economica) che stabilisce che il Gestore dei servizi energetici (GSE) non sarà più obbligato a riacquistare i certificati verdi in eccesso rispetto agli obblighi dei produttori. Sino a oggi il GSE era tenuto a ritirare ogni anno i certificati verdi invenduti che eccedevano gli obblighi d'acquisto in capo alle imprese interessate dell'anno precedente, a un prezzo certo. Questa misura aveva l’obiettivo di mantenere l'equilibrio nel mercato dei certificati verdi in caso d'eccesso d'offerta, come ora. Il nuovo provvedimento varato, con il venir meno della certezza d'un importo comunque legato al valore storico di mercato, aggrava ulteriormente l’esposizione finanziaria delle imprese che gestiscono impianti di recupero energetico dei rifiuti. Tra gli effetti negativi previsti, oltre a quelli già presenti e connessi ai ritardati pagamenti, è facile immaginare la conseguente richiesta dei gestori d'innalzare con effetto retroattivo le tariffe di smaltimento e, non ultimo, il ritiro delle banche da ogni impegno attuale e futuro sulle iniziative interessate dal provvedimento, che solitamente richiedono consistenti impegni finanziari. Tutto ciò produrrà ulteriori pesanti e negative ricadute su un comparto con diffuse crisi latenti d'emergenza rifiuti, proprio per la carenza d'impianti di trattamento finale.

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