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"Infortuni sul lavoro in calo ma è boom delle malattie"

fonte Italia Oggi, Simona D'Alessio / Sicurezza sul lavoro

21/07/2010 - Gli infortuni sul lavoro ingranano la retro- marcia, complice la crisi economico-occuazionale: nel 2009 la diminuzione è stata del 9,7% rispetto all'anno precedente, così come eè stata una flessione degli incidenti mortali (-6,3%, con 70 vittime in meno al confronto con il 2008).A fare un balzo in avanti sono state, invece, le malattie professionali, le cui denunce sono salite del 16%, anche grazie all'emersione cli patologie «nascoste. A tirare le somme del fenomeno infortunistico è Marco Sartori, presidente dell'inail, specificando come il calo del numero degli incidenti (nel totale 790 mila, mentre nel 2008 se ne erano registrati ben 85 mila in più, sia stato particolarmente sostenuto fra quelli verificatisi in occasione di lavoro (nel corso, cioè, dello svolgimento dell'attività), con un'erosione di casi segnalati all'istituto assicurativo del 10,2%. Per ciò che concerne gli incidenti in itinere, ovvero nel percorso da casa al posto da raggiungere per lavorare, sono scesi del 6,1%. Verso il basso anche la somma degli infortuni così gravi da costare la vita: quelli occorsi durante l'attività vera e propria sono passati dagli 829 del 2008 ai 767 del 2009 (-7,5%), mentre i decessi nel tragitto abitazione-luogo lavorativo si sono ridotti da 291 a 283 (-2,7%). I vertici dellinail sono soddisfatti poiché, ricorda Sartori, bisogna risalire «al 1993, quando vi fu un calo dell'11,7% degli incidenti rispetto all'anno passato, per scovare nell'andamento complessivo degli infortuni «una flessione di questo livello». Sul versante delle vittime, prosegue, «la diminuzione più contenuta dei casi mortali, pure rilevante» rappresenta «un ambito dove il margine di contenimento cli per sé è minore, trattandosi di cifre già sensibilmente ridotte nel corso degli ultimi anni: basti pensare», incalza il presidente, che nel 2001 i decessi erano stati 1,546. Notizie confortanti, inoltre, per gli stranieri (incidenti in discesa nel 2009 per la prima volta) e della componente maschile; dai 143.641 eventi capitati a immigrati del 2008 si è passati ai 119.193 dello scorso anno, con un calo del 17%. Rumeni, marocchini e albanesi sono, nell'ordine, le comunità che ogni anno denunciano il maggior numero di infortuni, totalizzandone il 40%. In flessione gli incidenti degli uomini (-20,3%) rispetto alle donne (4,9%); i settori produttivi in cui sono state annotate le maggiori riduzioni sono l'industria e in particolare il comparto manifatturiero. ll rapporto, tuttavia, non concede sospiri di soffievo quando si affionta il capitolo delle malattie professionali, perché il 2009 è stato un anno da record negativo: le segnaiazioni complessive, infatti, hanno raggiunto quota 34.646, il valore pi alto degli ultimi 15 anni, con un incremento pari al 15,7% rispetto ai quasi 50 mila episodi del 2008 e al 29,3% sui cinque anni (ve ne fbrono meno di 27 mila nel 2005). Fra le patologie pi dìffuse ci sono quelle dell'apparato muscolo-scheletrico, come le tendiniti e la sindrome del tunnel carpale, dovuto a un sovraccarico biomeccanico: sono quasi 18 mila i casi notificati, con un aumento del 36% rispetto al 2008. ll resoconto fa dire al ministro Maurizio Sacconi che «andiamo nella direzione giusta, siamo sotto la media europea. Ma, ovviamente, non ci accontentiamo», sottolineando che la battaglia per far maturare in Italia una più attenta politica della prevenzione non conosce soste. Per l'Anmil, l'Associazione dei mutilati e invalidi del lavoro, si tratta «in linea generale di dati incoraggianti che premiano il lavoro svolto da istituzioni e parti sociali, ma meno incoraggianti sono i dati di settore». Infatti, spiega il presidente Franco Bettoni, «al netto del calo occupazionale, in agricoltura e nei servizi i numeri non segnalano alcuna riduzione. E poi ci sono ancora troppi morti in edilizia: addirittura in aumento se si tiene conto del calo degli occupati».

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