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"Mucca pazza: confermata la sicurezza della carne italiana "

fonte rivista Alimenti&Bevande / Sicurezza alimentare

22/07/2010 - A seguito della diffusione sugli organi di stampa del probabile caso di “Mucca pazza”, malattia di Creutzfeldt-Jakob variante in Italia, in una paziente ricoverata presso l'Ospedale di Livorno, si rincorrono le voci di diverse istituzioni ed associazioni che confermano la sicurezza della rete di vigilanza sulle carni nostrane. Il Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali ed il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali chiamate ad esprimersi sulla segnalazione del caso di Mucca Pazza, in una nota, giudicano “le attuali misure normative e di gestione vigenti in Italia idonee a garantire la sicurezza degli allevamenti italiani e non ritengono quindi opportuno dover assumere nuove misure precauzionali". Anche la Cia, la Confederazione italiana agricoltori, rassicura produttori e consumatori e, oltre a sottolineare come il caso di Livorno sia isolato, fa il punto sullo stato della sorveglianza sanitaria delle carni affermando il corretto funzionamento dei controlli: “ La carne italiana è sicura e di grande qualità grazie ad un sistema di controlli scattato nel 2001 per fronteggiare l'emergenza Bse, che oggi è praticamente scomparsa dai nostri allevamenti bovini. Da non dimenticare, poi, l'obbligatorietà dell'etichetta d'origine che garantisce sia i consumatori che gli allevatori". Per tale ragione, secondo la Cia "questo caso non deve suscitare alcun timore tra i consumatori come dicono gli stessi dati: sull'intero patrimonio bovino continua un'attenta e rigida sorveglianza sanitaria". La Coldiretti riporta, l’efficacia degli ulteriori accertamenti svolti sulle carni da macellazione, quali il monitoraggio di tutti gli animali macellati sopra i 30 mesi, il divieto dell'uso delle farine animali nell'alimentazione del bestiame e l'eliminazione degli organi a rischio Bse dalla catena alimentare. Inoltre, l’introduzione del codice di identificazione, insieme all’obbligo di etichetta d’origine, permette di avere una vera e propria carta d'identità del bestiame e consente di fare acquisti Made in Italy in tutta sicurezza. A dimostrare che nei bovini la malattia della mucca pazza è ormai quasi completamente debellata sono - conclude la Coldiretti - i numeri forniti dalla Commissione Ue: nell'unione Europea dai 37.000 animali ammalati del 1992 si è passati, nel 2009 a soli 67, di cui appena due casi in Italia su oltre 450 mila test effettuati".

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