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"LAVORO & SALUTE: Cento morti sospette un pool per l'amianto"

fonte Gazzetta di Bari, Giovanni LOngo / Salute

26/07/2010 - Cento nomi. Tre fogli «excell» in cui sono riportate generalità, patologie contratte, date di assunzione, mansioni e reparto di appartenenza, data del decesso. Dal 1980 al 2000. «Sono rimasto molto impressionato», ha detto il procuratore Antonio Laudati, a margine dell' incontro, avvenuto due giorni fa, con una delegazione dell'Associazione dei familiari delle vittime e degli esposti all'amianto della Bridgestone Italia ex Firestone Brema di Modugno, in memoria di Benedetto Piscazzi, manutentore elettrico vittima dell'amianto». Il nesso causale tra esposizione lavorativa(amianto e ciclo produttivo)e patologia contratta (soprattutto tumori polmonari) è denunciato in una ventina di esposti al vaglio della procura di Bari. il primo, che risale a circa tre anni, fù presentato dalla vedova di Benedetto Piscazzi, manutentore elettrico cui è intitolata l'associazinne, che ha lavorato nello stabilimento per conto di una ditta appaltatrice. Qualche fascicolo è già stato archiviato. Per dare una «regia» unica a queste denunce, Laudati ha affidato al procuratore aggiunto Anna Maria lbsto il coordinamento di queste indagini. Quando a settembre sarà operativa la nuova riorganizzazione della Procura, verrà istituito anche un gruppo di magistrati che avranno il compito di occuparsi di malattie professionali all'interno del pool reati ambientali. Questa ha detto Laudati - è una vera tragedia sociale. Per i magistrati è difficiissimo accertare le responsabilità penali, perchè le malattie professionali si manifestano a molti anni di distanza dall'esposizione dalle sostanze nocive, i cui effetti sono incalcolabili». Laudati ha anche chiesto ai sostituti baresi titolari dei vari fascicoli d'inchiesta sulla Bridgestone, aperti dopo gli esposti presentati dagli ex lavoratori, una relazione sullo stato delle indagini. Su questa vìcenda, intanto, la procura di Bari guarda all'esempio di Latina, dove il Tribunale (giudice monocratico) ha condannato il 1 luglio 2008 nove persone tra ex legali rappresentanti e dirigenti dello stabilimento Goodyear di Cisterna Latina a complessivi 21 anni di reclusione per omicidio colposo plurimo e lesioni plurime aggravate a danno di una trentina di ex dipendenti. «Proprio la scorsa settimana - dice l'avvocato Luigi Di Mambro legale delle parti civili -abbiamo raggiunto con Goodyear un accordo per il pagamento del 60% delle provvisionali riconosciute in primo grado». La sentenza è forse la prima in Italia ad avere riconosciuto un nesso causale tra l'esposizione a materiali nocivi utilizzati nel ciclo produttivo dei pneumatici e l'insorgere di malattie, soprattutto tumori, ai polmonari, alle vie aeree superiori, al colon e all'apparato gastrico. L'8 ottobre, davanti alla Corte d'Appello di Roma inizierà il processo di secondo grado.

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