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"Sicurezza sul lavoro: lusso o valore irrinunciabile?"

fonte Redazione Ambiente & Sicurezza sul Lavoro / Sicurezza sul lavoro

27/08/2010 - Come più volte riconosciuto anche a livello internazionale, tra tutti gli economisti europei il ministro Tremonti è stato quello che, grazie ad una profonda conoscenza delle dinamiche economiche, è riuscito ad analizzare al meglio la difficile crisi e guidare l’Italia verso la ripresa con danni minori rispetto a quelli di altri paesi europei. La figura del ministro ha risvegliato in questi giorni l’attenzione mediatica a causa di una dichiarazione sulla sicurezza sul lavoro rilasciata in occasione del “Berghem Fest” ad Alzano Lombardo. «Dobbiamo rinunciare ad una quantità di regole inutili, siamo in un mondo dove tutto è vietato tranne quello che è concesso dallo Stato, dobbiamo cambiare» ha detto Tremonti, sottolineando che «robe come la 626 (la legge che regolava la sicurezza sul lavoro prima dell’introduzione del D.Lgs. 81/08, Testo Unico della Sicurezza - n.d.r.) sono un lusso che non possiamo permetterci. Sono l'Unione europea e l'Italia che si devono adeguare al mondo». La portavoce del ministro, intervenendo in seguito, ha spiegato: «Parlando della legge 626, Tremonti tra le regole eccessive si riferiva all'Europa, alla giurisdizione europea e alla sua estensione eccessiva rispetto all'obiettivo sulla sicurezza del lavoro, che resta invece essenziale». L’attuale contesto economico vede nuovi soggetti in ingresso nei mercati internazionali che - con le loro regole e con i loro prodotti - possono sconvolgere i vecchi equilibri (soprattutto economici) e ridisegnare uno scenario completamente diverso. Se quindi si può comprendere il suo discorso all'interno di un contesto economico, non sembra possibile trasferire lo stesso discorso al mondo della sicurezza sul lavoro senza mettere a rischio i valori profondi su cui si basa la nostra civiltà. Il ministro Tremonti ha dunque acutamente individuato una situazione problematica dovuta alle particolari contingenze; attendiamo ora una sua proposta in grado - se necessario - di snellire e rendere più agile l’attuale sistema normativo, continuando però a garantire la difesa di quei valori e di quelle conquiste che sono un patrimonio della nostra civiltà.

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