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"Silos killer, la manutenzione sarebbe costata 18mila euro"

fonte ANSA / Sicurezza sul lavoro

14/09/2010 - CAPUA (Napoli) - Diciotto mila euro. E' l'importo del denaro risparmiato nella manutenzione al silos assassino della «Dsm» di Capua. Nel sopralluogo di carabinieri e vigili del fuoco, disposto dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere, è infatti emerso che la manutenzione poteva essere eseguita con successo anche utilizzando soltanto l'elio, sostanza non tossica. E' stata preferita la miscela con il mortale azoto: la scelta ha portato risparmi economici, ma ha ucciso Antonio Di Matteo, Vincenzo Musso e Giuseppe Cecere, i tre operai della ditta edile «Errichiello», che dovevano smontare i ponteggi utilizzati dalla ditta «Rivoira» di Anagni per la manutenzione chimica. Secondo le prime verifiche investigative, prima dell'ingresso dei tre operai la bonifica nel silos fu eseguita <(in maniera maldestra». L'elio fu rimosso del tutto, ma non così l'azoto che ristagnò nel silos diventando una vera e propria «camera a gas». Se l'autopsia, che sarà eseguita domani da quattro consulenti nominati dalla Procura all'Istituto di medicina legale di Caserta, accerterà la presenza di azoto nei polmoni e nel sangue dei tre operai, l'indagine potrebbe avere tempi di conclusione assai rapidi. «Ci siamo trovati di fronte a un ennesimo caso di disorganizzazione tra aziende - com menta Corrado Lembo, procuratore capo di Santa Maria Capua Vetere -. Per legge, su lavori come questi occorre redigere documenti di lavorazione e di rischio, informando con correttezza i lavoratori impegnati. Qui c'è stata molta approssimazione». L'inchiesta, coordinata dal pm Donato Ceglie, oggi segnerà la prima tappa: non meno di una ventina di avvisi di garanzia per omicidio colposo e violazioni dileggi per la sicurezza sul lavoro saranno notificati a chi, a vario titolo, ha disposto e autorizzato le varie fasi della manutenzione del silos, che dovevano concludersi con la rimozione dei ponteggi. Oltre alla committente principale, la multinazionale olandese «Dsm», sono interessate la ditta «Dsp», responsabile della sicurezza sul lavoro nello stabilimento di Capua, e le due imprese che hanno eseguito l'intervento: la «Rivoira» di Anagni per la parte chimica e la «Errichiello» di Afragola per le strutture edili all'interno del silos. La Procura ha disposto il sequestro degli spazi messi a disposizione nello stabilimento alle due ditte che da tempo lavorano per la «Dsm». Con i dipendenti delle imprese, è stato impegnato nella manutenzione anche un consulente della «Rivoira», titolare di una ditta individuale. Dunque, non meno di venti indagati. Domani l'autopsia, poi le consulenze tecniche sulle procedure seguite e le fasi della manutenzione del silos mortale. Un'inchiesta che si avvia davvero su tempi veloci.

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