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"Nelle scuole europee si respira una cattiva aria"

fonte CNR - www.cnr.it / Ambiente

15/09/2010 - Valutare la qualità dell’aria nelle aule scolastiche e le possibili implicazioni sulla salute respiratoria degli alunni. Questo l’obiettivo dello studio pilota HESE (Effetti dell’ambiente scolastico sulla salute), coordinato dal prof. Piersante Sestini dell’Università di Siena e condotto su un campione di scuole situate a Siena e Udine, Aarhus (Danimarca), Reims (Francia), Oslo (Norvegia) e Uppsala (Svezia) frequentate da più di 600 alunni con età media di 10 anni. I primi risultati riportati in un articolo dall’European Respiratory Journal, indicano che, in mancanza di una adeguata ventilazione, vi è una esposizione di PM10 e CO2 superiore ai limiti consigliati in due terzi delle aule. Per la concentrazione di PM10, la soglia suggerita dall’Epa (Environmental Protection Agency) per esposizioni a lungo termine - 50 microgrammi per metro cubo - risulta superata nel 78% delle aule monitorate. La maglia nera spetta alla Danimarca (circa 170 microgrammi/m³), seguita dall’Italia (circa 150 microgrammi/m³). Per quanto riguarda la CO2, il valore standard suggerito dall’Ashrae (American Society of Heating, Refrigerating and Air-Conditioning Engineers) per esposizione a lungo termine (mille ppm, parti per milione) viene superato nel 66% delle aule europee con Italia, Francia e Danimarca prime a quasi 1900 ppm. Il ruolo di un’adeguata ventilazione per mantenere una buona qualità dell’aria nelle aule risulta evidente. “Dove è installato un sistema di ventilazione meccanica (in tutte le aule svedesi e in parte delle norvegesi), la concentrazione di inquinanti risulta sempre sotto i livelli di guardia”, dichiara la ricercatrice Marzia Simoni, collaboratrice dell’Unità di epidemiologia ambientale polmonare dell’Istituto di fisiologia clinica del Consiglio nazionale delle ricerche (Ifc) di Pisa. “Secondo l’Ashrae, il ricambio d’aria minimo nelle scuole dovrebbe essere di 8 litri al secondo per persona. In circa il 70% delle aule questo valore non viene raggiunto: nel 100% in Francia, nel 94% in Italia e nell’86% in Danimarca". “Per la prima volta lo studio HESE ha permesso un corretto confronto della situazione ambientale nelle scuole europee, grazie anche alla standardizzazione delle misurazioni eseguita ad Uppsala, e sottolinea la necessità, da parte delle autorità di sanità pubblica, di promuovere la consapevolezza dell’impatto che la qualità dell’aria può avere sulla salute dei bambini. All’interno degli edifici anche basse concentrazioni di inquinanti possono avere effetti dannosi sulla salute se l’esposizione è prolungata e i bambini sono particolarmente vulnerabili poiché respirano una quantità di aria superiore, in proporzione al peso, e i loro meccanismi di difesa sono ancora in fase di crescita”. Ulteriori risultati dello studio HESE verranno presentati al 20° Congresso ERS, Barcellona, 18-22 settembre 2010.

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