17/09/2010 - Il Corriere della Sera in prima pagina venerdì 10 settembre riportava nuovamente alcune Sue considerazioni sulla sicurezza del lavoro. Condivisibili per la critica mossa all'eccesso di burocrazia normativa e gestionale, finalizzata a promuovere la prevenzione di infortuni e tecnopatie, così come è stata imposta «in questi anni alle imprese». E a cui, purtroppo, è mancata un'assidua consulenza antinfortunistica a favore delle attività produttive, rappresentate spesso dalla titolarità di una singola persona. Per cui, a proposito di sburocratizzazione, un esempio emblematico è costituito da una proposta dei medici competenti iscritti alla SIMLII (Società Italiana di Medicina del Lavoro ed Igiene Industriale) che hanno inviato al Ministero della Salute e a quello del Lavoro, in data 27/07/2010 (in merito agli allegati 3/A e 3/B, ex art. 40, comma 2-bis, dlgs 81/08), modifiche pratiche di semplificazione burocratica di una ritualità operativa richiesta al medico competente e alle aziende interessate. Tale proposta è rimasta lettera morta. In ogni caso, è necessario sottolineare che le misure messe in campo fino ad ora nello specifico settore non hanno risolto né le emergenze di sicurezza all'interno delle aziende, né hanno incrementato la prevenzione dei rischi da parte di quei pochi soggetti deputati a svolgere, nell'ambito delle aziende sanitarie locali, compiti tanto delicati e complessi. Né, tanto meno, sono state valorizzate appieno le risorse cospicue, messe a disposizione della periferia del servizio sanitario nazionale, finalizzate a incrementàre la formazione continua sul territorio. Scuole comprese. Specialmente dove mancano formatori specializzati che si facciano sentire e apprezzare sul serio. D'altra parte, quando si entra nel merito della prevenzione non si tiene conto della moltiplicazione di micro imprese, soprattutto in edilizia, nel restauro, o nel recupero, abitativo. In modo particolare, al momento in cui vengono installati e resi funzionali cantieri fantasma. Sotto questo profilo, il riscontro illuminante viene dalle cosiddette morti bianche, registrate a cadenza quasi quotidiana, a causa dell'impiego di manodopera «grezza». Spesso extra comunitari privi di contratto di lavoro, inconsapevoli delle normative di sicurezza in vigore., per giunta, con paghe da fame. Tutto questo è esaltato da una incosciente euforia di averla fatta franca fino ad ora, in quanto il pendolo della crisi economica oscilla paurosamente in preda a proteste strillate dai tetti delle fabbriche. Insufficienti a destare orrore e solidarietà umana come gli infortuni che si sono verificati negli ultimi giorni, con una cadenza ravvicinata, quasi inarrestabile: cosa sta a significare tutto ciò ? Vuol dire che, nella dinamica organizzativa della sicurezza nei luoghi di lavoro, sussistono zone franche che le ditte di manutenzione hanno individuato per se stesse. D'altra parte, non si spiegherebbero sotto questo proffio i tre morti avvenuti a Capua (Caserta) nelle cisterne di un'aziènda farmaceutica, sempre a causa degli interventi di manutenzione. Ci conferma che anche le piccole aziende non debbono essere affrancate a sottostare ad una serie di norme, di leggi, procedure burocratiche e regolamentari vigenti, cosiccome l'on. S. V. aveva recentemente auspicato come superflue. A riguardo, tuttavia, sarebbe auspicabile se Ella potesse ricavare uno spazio dal Suo tempo rispetto agli impegni istituzionali, partecipando a Torre Canne di Fasario (Br) otel del Levante ad un convegno specifico, organizzato dalla Sail, con il Patrocinio della Presidenza del Senato della Repubblica e da altre pubbliche istituzioni di sicurezza, sulla «Manutenzione sicura» il 23 e 24 c.m. , nell'ambito della Settimana Europea della Sicurezza. - RingraziandoLa per l'attenzione riservata alla presente, voglia gradire i migliori sentimenti di stima e di apprezzamento per il ruolo che svolge nell'ambito del Governo e nell'interesse nazionale.

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