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"Emissioni industriali: in vista modifiche alla direttiva UE"

fonte Redazione Ambiente & Sicurezza sul Lavoro / Ambiente

09/11/2010 - Il Consiglio dell'Unione Europea rende noto, con un comunicato dell’8 novembre, di aver approvato una revisione della direttiva sulle emissioni industriali in modo da ridurre le sostanze nocive per l'ambiente, associate a fenomeni quali piogge acide e patologie cancerose e asmatiche. La direttiva cerca di prevenire e controllare l’inquinamento dell’aria e dell’acqua, regolando le emissioni e considerando una vasta gamma di agenti inquinanti tra i quali i composti dello zolfo e dell’azoto, le particelle di polvere, di amianto ed i metalli pesanti. Saranno rafforzati i limiti di emissione per gli ossidi di azoto, l’anidride solforosa e le polveri da centrali e grandi impianti di combustione, dalle raffinerie di petrolio e dall'industria metallurgica. Il documento, mira a migliorare la qualità dell'aria, dell'acqua e del suolo, ma non a mitigare gli effetti di queste sostanze sul riscaldamento globale. Sono circa 52.000 gli impianti sottoposti alla nuova disciplina che riguarda i più disparati settori industriali, da quello industriale a quello della trasformazione chimica, alimentare fino agli impianti di incenerimento di rifiuti. Il nuovo provvedimento opera un quadro unitario di riferimento per ridurre gli oneri amministrativi connessi con la riduzione delle emissioni. Il testo in esame, inoltre, richiede l’attuazione della più avanzata tecnologia disponibile per la lotta alle emissioni e si appoggia per questo, su alcuni documenti tecnici “BAT conclusions” presto disponibili nelle lingue ufficiali dell’Unione. Il Consiglio ha richiesto che gli impianti esistenti siano conformi agli standard della nuova disciplina dal 2016, prevedendo, al contempo un periodo di transizione per permettere un adattamento graduale. Fino al 30 giugno 2020, gli Stati potranno definire i piani di transizione con un calo dei massimali annui per le emissioni dei NOx, SO2 o polveri. Per gli impianti destinati a chiudere entro la fine del 2023 o per quelle strutture che operano per meno di 17.500 ore dopo il 2016, non sarà necessario un adeguamento. La revisione della direttiva entrerà in vigore poco dopo la sua pubblicazione nella Gazzetta dell'Unione europea e dovrà essere recepita successivamente nel diritto nazionale degli Stati Membri.

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