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"Lavoro nero e sicurezza, la Cgil lancia l'allarme"

fonte Repubblica / Sicurezza sul lavoro

09/11/2010 - Hanno già in mente come farsi ascoltare: «Se non succederà nulla entro dicembre pensiamo di organizzare dei sit-in nei cantieri edili». È netto Roberto Cellini, segretario regionale della Fillea Cgil. Da mesi racconta «siamo in attesa di essere convocati dal prefetto Giuseppe Pecoraro per sottoscrivere sulla sicurezza nei cantieri». Con 11 decessi da gennaio a oggi nel Lazio, tre a Roma di cui due solo negli ultimi mesi e con oltre 3.300 incidenti nel 2009, la Fillea-Cgil ora punta a mettere nero su bianco un piano affmché «il lavoro nero e di conseguenzalasicurezzaperglioperai segua delle direttive certe. Perché i problemi non sono pochi, a iniziare dalla gare d'appalto del Comune scese del 35%», spiega il numero uno della Fillea-Cgil Lazio. L'occasione per parlare di lavoratori in nero e incidenti si era presentata in Prefettura l'estate scorsa quando, Pecoraro, aveva riunito intorno a un tavolo le tre sigle confederali, Ispel e Inail. «A quel primo incontro — aggiunge Celini — non è stato dato alcun seguito nonostante abbia sollecitato una riunione». Ma non è solo il protocollo il neo perla Cgil. Anche «la Pisana non ha mai convocato i comitati regionali di coordinamento, la Provincia non ha attuato il protocollo sottoscritto e le associazioni dei costruttori dovrebbero avere maggiore attenzione nei confronti dei nuovi iscritti». E ora a parlare, per Roberto Cellini, ci sono anche i nuovi dati dall'attività di verifica e controllo dell'Osservatorio dei lavori pubblici del Comune, dai quali emerge che «da marzo a settembre sono state fatte 126 ispezioni a 310 lavoratori con una percentuale di irregolarità del 4,2: un dato insignificante rispetto alla realtà dei cantieri, solo a Roma e provincia l'irregolarità, sarebbe molto più elevata. Basti pensare nella Capitale il valore della produzione equivale a 12 miliardi l'anno e che ogni miliardo impegnato occupa 18mila lavoratori, ma la Cassa Edile registra 57mila iscritti di cui 11.800 partirne, i conti non tornano», conclude Cellini.

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