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"Processo Thyssen: l’accusa è di dolo eventuale"

fonte Redazione Ambiente & Sicurezza sul Lavoro / Sicurezza sul lavoro

16/12/2010 - A distanza di 3 anni dalla tragedia della Thyssen, la fabbrica torinese nella quale morirono sette operai durante un rogo scoppiato durante la notte, è arrivata nei giorni scorsi una richiesta di condanna a 16 anni e mezzo di reclusione per l'amministratore delegato della società, Herald Espenhahn. Il pm Raffaele Guariniello ha poi chiesto la condanna a 13 anni e 6 mesi per i quattro dirigenti e a 9 anni per un quinto. Il reato ipotizzato, per la prima volta in un caso di incidente sul lavoro, è omicidio volontario con dolo eventuale. Secondo il pubblico ministero l’amministratore avrebbe messo in atto scelte coscienti, (che si sono sostanziate in azioni, non in omissioni) che configurano l’accettazione del rischio di grave disastro, realizzando il cd. “dolo eventuale”. Le azioni consisterebbero nella scelta, fatta da Espenhahn di posticipare al 2008 la messa a norma dell'impianto di spegnimento incendi automatico sulla linea 5 dell’acciaieria dove si è verificato il rogo, ed in secondo luogo, di risparmiare sulle spese necessarie per l’installazione dell’impianto di rilevazione incendi. La difesa dell’amministratore delegato mira invece a far valere l’assenza di responsabilità di Espenhahn, sulla base di una presunta delega di responsabilità dello stesso amministratore verso la sede locale per quanto riguarda la gestione dello stabilimento, esimendosi dalla responsabilità colposa per i profili della sicurezza dei luoghi di lavoro. Cos’è? Il dolo eventuale. Il dolo eventuale costituisce un’accettazione consapevole di un rischio, e si configura quando si accetta di agire accettando il rischio dell'accadimento di un evento dannoso.

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