Logo di PrevenzioneSicurezza.com
Giovedì, 30 Maggio 2024
News

"Un 2011 senza morti sul lavoro"

fonte Italia Oggi, Fulvio Fornaro / Sicurezza sul lavoro

21/01/2011 - Lea pausa natalizia, con il suo strascico di fine anno dell'epifania, per la Sail a segnato un momento propizio per tirare un sospiro di sollievo e ricaricare le batterie. Quindi, per dedicare un po' di tempo alla riflessione serena su come valorizzare ulteriormente l'esperienza di lavoro accumulata l'anno scorso nel campo della prevenzione di infortuni e tecnopatie nei luoghi della penisola, frequentati da Nord a Sud. Non è stata una passeggiata turistica; piuttosto una lunga e faticosa maratona, che ha coinvolto anche questa pagina, i suoi contenuti e le sue finalità, nonché i suoi pareri e specifiche indicazioni comportamentali, mettendo il dito su una vera e propria piaga sociale. Purtroppo dolorosa, nonostante le innovazioni legislative e regolamentari, che hanno lastricato i territori regionali e locali di adempimenti concreti di serio impegno conoscitivo e interpretativo tanto delle norme in vigore, quanto della correlata giurisprudenza. Non foss'altro per capire come, e in che misura, la Sail dovesse corrispondere allo specifico mandato ricevuto, evitando di andare a ruota libera, fornendo così ai committenti dei servizi di prevenzione le giuste coordinate al fine di non incorrere in errori (o in omissioni) rispetto ai casi in contestazione, sollevati nelle sedi giudiziarie. A tutto questo si è aggiunto (e ne terremo conto nel prosieguo del 2011) il cambiamento epocale nelle relazioni industriali, a seguito del referendum di Pomigliano e Torino Mirafiori. Infatti, quanto hanno espresso le urne referendarie riguarda un accordo condiviso al 54% degli aventi diritto al voto. Percentuale al foto finish, che da una parte tenterà di riposizionare la rappresentatività su riconoscimenti fattuali di autodeterminazione dell'uomo alla catena produttiva; e dall'altra potrebbe rendere (praticamente) ininfluenti le pause e gli intervalli di recupero fisico e mentale, rispetto a un habitat industriale nel quale lo stesso uomo trascorre ore non marginali della sua esistenza Con tutto quel che segue per la stessa identità di questi in quanto cittadino e pater familias. Si tratta di lapalissiane considerazioni che, inevitabilmente, richiederanno un ripensamento su come sia possibile conciliare due essenziali momenti di vita quotidiana, non soltanto a Torino o a Pomigliano. Ma anche altrove, se l'esempio della Fiat produrrà un suo trascinamento al di fuori. Ora, tanto per non ritornare con la memoria a «tempi moderni», il film di Chaplin, in quest'ultime settimane è riemerso dall'oblio sotto mentite spoglie, al punto da non essere ritenuto il prodotto di una retorica esagerazione. Comunque da non sottovalutare superficialmente, alla luce degli anni che siamo costretti a vivere. Con i quali soprattutto a convivere per la globalizzazione (pure ardua e difficile) considerata spesso una miracolosa panacea per i mercati del mondo ma scarsamente per l'uomo del terzo millennio. Così stando le cose, per il nostro lavoro professionale, è fondamentale un riesame di taluni paradigmi sulla sicurezza. Peraltro in via di trasformazione radicale, meno dal punto di vista organizzativo, più nella quotidianità del lavoro e dell'inquinamento ambientale. Si tratta di riaprire un confronto sulla cultura della prevenzione, di cui sono consapevoli tutti coloro che si cimentano in questo campo (Sail compresa), per l'interesse che riveste la fabbrica in quanto tale (piccola. media o grande che sia), inclusa la città, così come si è estesa sul territorio fino alla campagna circostante, occupandone le residue superfici di respiro igienico e paesaggistico. Così, l'uomo che lavora non riesrp più a ritrovare il suo spazio relazionale e di serena sopravvivenza civile; oltre a non recuperare lo stress accumulato in fabbrica, con cui deve costantemente essere in sintonia perché si vendano più macchine. In questa ottica, la prevenzione, che riguarda unitariamente luoghi di lavoro e di vita, non può essere la cenerentola della situazione, perché, oggi più di ieri, è chiamata a entrare in un ambito più ampio. Persino in quello della comunità domestica, di cui non si può non tenere conto, se è vero che bisogna perseguire (non in modo eufemistico) il bene comune. Certamente non possiamo tornare alla lanterna di Diogene. Né, dialetticamente parlando, possiamo rinunciare del tutto a un po' di sana antiruggine per la mente umana.

Segnala questa news ad un amico

Questa news è stata letta 1209 volte.

Pubblicità

© 2005-2024 PrevenzioneSicurezza.com. Tutti i diritti sono riservati.

Realizzato da Michele Filannino