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"Stress lavoro-correlato in Europa: a che punto siamo?"

fonte Redazione Ambiente & Sicurezza sul Lavoro / Sicurezza sul lavoro

04/03/2011 - La Commissione europea ha recentemente diffuso un rapporto sullo stress lavoro-correlato che analizza l'applicazione dell'accordo quadro sullo stress del 2004 in Europa da parte degli Stati membri. Al centro dell’analisi, la reale protezione fornita ai lavoratori europei fra carenze, incertezze e sforzi degli Stati membri nel mettere in pratica iniziative utili a contrastare questo fenomeno all’interno delle imprese. Nel corso degli ultimi 10 anni, si legge nel report, i livelli di stress lavoro-correlati sono aumentati in sei Stati membri (Danimarca, Germania, Lettonia, Austria, Slovacchia, Finlandia), sono rimasti stabili in due (Paesi Bassi, Regno Unito) e sono diminuiti solo in Svezia che conferma il trend positivo anche nel triennio 2007-2010. Negli ultimi tre anni, lo stress è cresciuto anche in Bulgaria, Estonia, Irlanda, mentre è rimasto stabile in Belgio. Oltre a segnalare come alcuni Stati membri non abbiano dato concretamente seguito alle iniziative di sensibilizzazione del mondo del lavoro sul tema dello stress, o lo abbiano fatto in modo incompleto senza il necessario coinvolgimento delle parti sociali, il rapporto auspica un possibile spazio di miglioramento anche negli stati dove lo stress lavoro-correlato è una realtà. Nel rapporto si sottolinea che lo stress è un problema sempre attuale che causa importanti perdite di produttività pari al 4% del PIL, ed è responsabile del 50-60% delle assenze in azienda.Tutelare i dipendenti dal rischio stress, secondo il rapporto, permette quindi di godere di effetti positivi in termini sia di soddisfazione sul lavoro da parte dei dipendenti che di diminuzione delle assenze e dei cali di produttività. Dobbiamo inoltre ricordare che lo stress sul lavoro, quando arriva a livelli particolarmente alti può portare a fenomeni di disagio emotivo e sconfinare in tendenze suicide. È quanto recentemente avvenuto in Giappone dove un colosso automobilistico, la Mazda ha dovuto versare ai familiari di un dipendente suicidatosi per stress e per le eccessive vessazioni sul lavoro, una cifra pari a 555mila euro per "non aver riconosciuto il sovraccarico di lavoro richiesto" e per non avere fatto nulla per alleviarlo. Una pronuncia che apre per la prima volta anche in Giappone - un paese tra i più esposti ai casi di disagio da eccessivo carico di lavoro - la strada per un formale riconoscimento del disagio da stress lavoro-correlato.

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