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"Rumore: più a rischio i lavoratori di cantieri e ferrovie"

fonte Redazione Ambiente & Sicurezza sul Lavoro / Sicurezza sul lavoro

01/04/2011 - Lo stress derivato da eccessivo rumore ambientale è al centro di una ricerca promossa dagli scienziati dell'Institute of Cancer Epidemiology di Copenhagen, e pubblicata sulla rivista European Heart Journal. Lo studio, che intende far luce sul reale legame tra il rumore e la nostra salute, fa una panoramica generale dei sintomi da eccessiva esposizione a emissioni sonore nocive: ronzio nelle orecchie e aumento della frequenza cardiaca, cattiva qualità del sonno difficoltà ad addormentarsi o l'eccessiva sonnolenza diurna che insieme al frastuono del traffico, aumenterebbero il rischio di malattie extrauditive. Particolarmente esposti i lavoratori delle ferrovie, degli aeroporti, di cantieri e industrie, le fonti di emissioni più moleste: analizzando i dati emersi su test condotti su un campione di 51.485 volontari, è stato scoperto che, per ogni 10 decibel di rumore in più, il pericolo di un ictus aumenta del 14% fra gli over 50 anni. E per gli over 65 il pericolo aumenta del 27% (per ogni 10 decibel di frastuono in più). I maggiori rischi deriverebbero dai rumori ripetuti e prolungati e superiori agli 85 decibel, quelli presenti proprio nelle aree di lavoro di cantiere e nelle zone maggiormente trafficate, quali le strade ferrate e le strade cittadine. La ricerca comunque sottolinea che i lavoratori sono fra le categorie più ben protette dai rischi di ipoacusia: benché esposti obbligatoriamente al rumore ambientale, sono maggiormente protetti da dispositivi di protezione individuale, come per esempio le cuffie. Tuttavia, ricorda lo studio, gli effetti derivanti da inquinamento aumentano in base a fattori soggettivi: la sensibilità e reattività individuale, la saturazione sensoriale, l'atteggiamento motivazionale del soggetto esposto, l'età, e non ultimo il sesso: le donne, ad esempio, sarebbero le più protette.

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