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"Insistere sulle malattie"

fonte Italia Oggi / Sicurezza sul lavoro

15/04/2011 - Insistere sulle malattie In Italia, anche a seguito degli eventi mortali accaduti, gli infortuni rappresentano la principale criticità in termini di prevenzione nei luoghi di lavoro, concentrando le risorse degli Enti e delle istituzioni preposte e catturando in maniera esclusiva l'attenzione sociale e mediatica. Per contro, mai le malattie da lavoro hanno ricevuto analogo riscontro, nonostante, peraltro, l'incidenza dei casi mortali sia molto più elevata tra tecnopatici che tra infortunati. Nel loro dramma (basti pensare alla strage legata all'amianto di Casale Monferrato), le malattie da lavoro sono meno clamorose, si evidenziano in tempi lontani dall'esposizione, portano a morte in un letto di ospedale e non in un lago di sangue. O molto più banalmente sono subdole e indolenti, debilitano lentamente, vengono confuse e accettate come disturbi legati all'età e alla vita extralavorativa. Vi è un bisogno urgente di prevenzione delle malattie da lavoro e numerosi sono gli elementi che sostengono tale necessità. Innanzitutto, in termini di indennizzo la differenza tra infortuni e malattie professionali (MP) è sostanziale: il 95% degli indennizzi per infortunio si riferisce ad inabilità temporanea, mentre l'80% degli indennizzi per MP riguarda menomazioni permanenti. In secondo luogo, la probabilità che strategie preventive possano essere efficaci è maggiore nel caso delle malattie da lavoro rispetto agli infortuni, che hanno per definizione una componente legata alla imprevedibilità e quindi alla non ,prevenibilità», mentre le MP, definite da tempi patogenetici lunghi e cause note, sono individuabili potenzialmente ancor prima che insorgano, già all'atto della valutazione dei risèhi, con possibilità di esercitare interventi concreti di prevenzione primaria. Infine, andrebbero valutate le ragioni della storica sottostima delle MP, considerando che a fronte del basso numero di denunce, vi è per contro un elevato numero di richieste di risarcimento in sede di invalidità civile. Ciò giustifica il ritenere razionalmente credibile la sommersione delle patologie di origine lavorativa e al contempo il travaso delle stesse in sede civile. Inevitabile è la considerazione che risorse economiche sono erogate presumibilmente in sede non idonea è che sfugge l'opportunità di prevenzione primaria e promozione della salute in comparti ed aziende potenzialmente o insospettabilmen-te a rischio. In conclusione: è tempo di porre la dovuta attenzione alle malattie da lavoro, costruendo e consolidando sistemi di sorveglianza epidemiologica e piani mirati nei comparti a rischio per la salute dei lavoratori. I risultati sono certamente legati alla capacità di lavorare in maniera integrata e multidisc:plinare, con massima valorizzazione delle singole e differenti competenze esistenti a livello istituzionale e sul territorio. I;obiettivo è ambizioso. E la scommessa importante: ma gli elementi per vincerla ci sono tutti.

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