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"Condanna Thyssen per omicidio "All'Ilva Taranto siamo più sicuri""

fonte Gazzetta del Mezzogiorno / Sicurezza sul lavoro

19/04/2011 - La sentenza per i sette operai morti alla Thyssenkrupp di Torino come uno storico spartiacque. Mai, prima d'ora, una condanna (16 anni) per omicidio volontario nei confronti dell'amministratore delegato di un'industria in Italia. E a Taranto, sede dell'Ilva, il più grande stabilimento siderurgico d'Europa, si preferisce il basso profilo e gli unici a commentare sono i sindacalisti. Per Antonio Talò, segretario generale della Uilm «non è la solita sentenza. La Thyssen sere un po' cercata, giocando sulla pelle dei lavoratori perché non ha ottemperato alle richieste di manutenzione avanzate in base alle ispezioni precedenti all'incidente. Il processo ha accertato questo incontrovertibilmente». «Cambia un atteggiamento; mi auguro - ha aggiunto Talò - che in un imprenditore, in un responsabile aziendale, ancor di più rispetto al passato, non si anteponga la produzione all'incolumità dei lavoratori. Il costo aziendale non può più regnare sovrano. La persona, il lavoratore, l'elemento umano sono centrali e devono restare tali. Vengono prima di tutto il resto». Rispetto agli incidenti a Taranto, Talò sottolinea: «Non voglio pensare a morti di serie A e morti di serie B. Voglio pensare che a Taranto gli incidenti siano avvenuti perché i responsabili delle imprese non conoscevano fino in fondo i rischiai quali i lavoratori andavano incontro, anche se onesto ovviamente non nuò essere una eiustificazione. Chi fa impresa deve conoscere e prevedere tutti i rischi, soprattutto quelli potenziali derivanti dalla sua attività». «L'incidente Thyssen è tragico, apocalittico nella sua dinamica», spiega il segretario generale della Fim Cisl Giuseppe Lazzaro «La sentenza non restituisce purtroppo la vita ai sette lavoratori, ma dà un segnale chiaro: la magistratura fa bene il suo dovere. Perché bisogna perseguire in maniera chiara questi reati. L'entità dell'incidente, sette morti, dimostra la portata storica della sentenza. Al di là dei 16 anni di carcere comminati, resta la necessità di insistere nelle politiche della sicurezza. Non si può parlare solo di comportamenti non sicuri dei lavoratori, perché l'organizzazione del lavoro conta nella sicurezza, eccome. Questa sentenza ci fa ben sperare sulla punizione dei reati e sul lavoro per rafforzare la sicurezza». «Come stiamo facendo all'Ilva. Si dice: all'Uva sono diminuiti gli incidenti perché è diminuito il lavoro. Ma se guardiamo al numero delle ore lavorative la riduzione degli incidenti è legata a una migliore sicurezza. All'Ilva si sta operando con una società esperta, la Dupont e collaboriamo anche noi. Certo - conclude Lazzaro - sulla sicurezza non bisogna abbassare la guardia. E le aziende devono continuare a investire».

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