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"Pavia, rifiuti pericolosi nell'inceneritore arrestato il presidente della Riso Scotti"

fonte La Repubblica - Walter Galbiati / Ambiente

08/06/2011 - Il 'dottor Scotti', così definito in una celebre campagna pubblicitaria per promuovere il suo riso, è agli arresti domiciliari, coinvolto in un'inchiesta della Dda di Milano su un traffico illecito di rifiuti con al centro un inceneritore che avrebbe dovuto produrre energia pulita, bruciando biomasse, ma che in realtà avrebbe smaltito anche sostanze pericolose. Per non bloccare poi il flusso degli incentivi pubblici, secondo l'accusa, Angelo Dario Scotti, patron del gruppo alimentare,avrebbe avallato il pagamento di tangenti ad alcuni funzionari del Gestore dei servizi energetici (Gse) di Roma. In carcere, su ordine del gip milanese, Stefania Donadeo, è finito Franco Centili, all'epoca funzionario del Gse, gestore pubblico che acquistava l'energia prodotta dall'inceneritore situato a Pavia e di proprietà della Riso Scotti Energia, di cui Angelo Dario Scotti è vicepresidente. Gli arresti domiciliari sono stati disposti anche per Andrea Raffaelli (altro funzionario del Gse), Elio Nicola Ostellino (consulente energetico) e per Nicola Farina, commercialista del Gruppo Scotti. Tutti accusati, a vario titolo, di traffico illecito di rifiuti, truffa, frode in pubbliche forniture e corruzione L'inceneritore era stato sequestrato lo scorso novembre, nell'ambito delle indagini condotte dal Corpo forestale. L'impianto avrebbe dovuto produrre energia pulita dagli scarti del riso e da fonti rinnovabili, ma in realtà all'interno, stando alle accuse, venivano buttati anche legno, plastiche, imballaggi e fanghi di depurazione. In più, dalle indagini era emerso anche un problema per la sicurezza alimentare: la Riso Scotti Energia avrebbe mischiato la lolla, cioè la parte del riso che racchiude i chicchi, agli altri rifiuti e alle scorie di combustione, in parte bruciandola ma in parte anche rivendendola poi ad alcuni allevamenti zootecnici in Lombardia, Veneto e Piemonte, dove sarebbe stata usata come lettiera per gli animali. Gli investigatori, inoltre, mettono in rilievo come l'inceneritore avesse anche ottenuto il permesso, "con provvedimenti autorizzativi della Provincia e della Regione di dubbia legittimità", di bruciare anche "variegate tipologie di rifiuti", oltre alla lolla di riso. A novembre, fra gli altri, era stato arrestato Giorgio Radice, presidente di Riso Scotti Energia. Ed è stato proprio lui, con le sue dichiarazioni ai magistrati nei mesi successivi, a tirare in ballo Angelo Dario Scotti. Radice ha raccontato agli inquirenti di aver pagato complessivamente una mazzetta da 115mila euro (100mila a Franco Centili e 15mila ad Andrea Raffaelli) per fare in modo che la Gse di Roma non pretendesse la restituzione di 7 milioni di euro nell'ambito di un contenzioso aperto tra le due società, dopo una verifica all'impianto del maggio 2009 che aveva accertato irregolarità nello smaltimento. Tangenti, ha messo a verbale Radice, pagate con il pieno avallo e sostegno del patron Scotti, entrato ufficialmente nell'attività di famiglia nel '79 e dall'83 amministratore delegato della Riso Scotti spa, di cui è anche presidente. Una conferma del quadro accusatorio è arrivata con le intercettazioni. "Tutto il Gse lubrificato", diceva al telefono il consulente energetico Ostellino, riferendosi, secondo gli investigatori, alle mazzette usate per oliare il gestore pubblico. E anche Giorgio Francescone, direttore tecnico di Riso Scotti Energia (la società è indagata), avrebbe confermato il pagamento di tangenti a Centili, coperte con il pagamento di una fattura a favore di una società americana, individuata dal commercialista Farina. Tra il 2005 e il 2010, secondo l'accusa, la Riso Scotti Energia avrebbe incassato 28 milioni di euro di indebiti profitti. Gli investigatori ne hanno sequestrati 17 milioni. Il Gse, "nel dichiararsi estraneo rispetto a eventuali comportamenti attuati da singoli in difformità ai principi di etica professionale e di legalità", fa sapere di avere "già posto in essere, in via cautelativa, tutte le misure che allo stato possono essere intraprese a tutela dell'azienda".

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