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"Esplosione nella cava sepolto vivo dai massi - Brindisi, operaio sepolto da una valanga di pietre"

fonte La Gazzetta del Mezzogiorno / Sicurezza sul lavoro

05/07/2011 -
Brindisi, operaio sepolto da una valanga di pietre dopo un'esplosione in una cava.
Tragedia in una cava alle porte di Brindisi. Un operaio di 47 anni, Salvatore Di Latte, di Carovigno, sposato e con tre figlie di 18,19 e 21 anni, è rimasto sepolto e ucciso da una montagna di detriti.
Il suo corpo è stato ritrovato in tarda serata dopo lunghissime ricerche.
Dell'uomo si erano perse le tracce verso mezzogiorno dopo un'esplosione «pilotata».
II ritrovamento della sua vecchia «Panda» rossa, a poche decine di metri dalla zona in cui è stato fatto brillare l'esplosivo, ha subito lasciato poco spazio ai dubbi.
La cava di contrada Mascava, al confine tra Brindisi e San Vito, ieri mattina era chiusa per consentire lo sbancamento di un costone di roccia utilizzando un ingente quantitativo di polvere da mina che ha fatto crollare all'incirca un migliaio di metri cubi di detriti, sotto i quali è finito l'operaio specializzato. L'impresa «Semes», di Raffaele Angelo Peciccia, aveva programmato da tempo questo tipo di lavoro che richiede, per ovvie ragioni di sicurezza, numerose accortezze. «Secondo la procedura vengono prima piazzate le cariche di dinamite, poi scatta la segnalazione del pericolo con le bandiere ed infine  viene fatto suonare l'allarme», ha spiegato Nicola SiRetti (ex vice sindaco di Ostuni) uno dei responsabili dell'azienda. Una procedura che viene ripetuta periodicamente e che, fino a ieri non aveva mai registrato incidenti. Ma questa volta qualcosa è andato storto.
L'operaio non doveva trovarsi lì o è accaduto qualcosa di imprevisto. Solo l'inchiesta-coordinata dal sostituto procuratore Giuseppe De Nozza e affidata alla squadra mobile e ai carabinieri - potrà chiarire la vicenda in ogni suo aspetto.
Secondo quanto è emerso da una prima ricostruzione, dopo l'esplosione il «fuochi-no» - così si chiama la figura incaricata di gestire l'operazione di «brillamento» - si è affacciato per verificare se tutte le cariche fossero scoppiate e ha subito notato una «Panda» rossa parcheggiata nei pressi dei cumuli di roccia franati.
Proprio questo ha fatto pensare immediatamente ad una tragedia e si è subito pensato a Salvatore Di Latte, il proprietario dell'auto. L'operaio carovignese era andato in azienda per svolgere il suo turno di lavoro dalle 6 alle 14. Secondo testimonianze, l'operaio doveva trovarsi in un'altra zona della cava, anche se qualcuno sostiene che avesse anche preso il patentino per usare gli ordigni esplosivi.
I colleghi ipotizzano che fosse in zona per cercare qualche pietra da utilizzare per completare il muretto a secco per la sua abitazione di campagna.
Di certo, fino a tarda serata, neanche i cani dei vigili del fuoco erano riusciti a trovare qualche «traccia» dell'operaio. Il sostituto De Nozza ha disposto anche l'intervento delle ruspe per mettere la parola fine ad una giornata terribile per la famiglia dell'operaio. I suoi datori di lavoro e i suoi colleghi sono rimasti nella cava fino a tarda notte, fino al ritrovamento della salma.
 

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