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"Operaio morto in fabbrica, imprenditori condannati"

fonte Corriere del Mezzogiorno Napoli / Sicurezza sul lavoro

12/10/2011 - Otto anni di carcere per omicidio colposo. Il pm: sentenza esemplare, la più dura al Sud.
La «Metal Point spa» dovrà risarcire, oltre alla famiglia, anche altri due operai rimasti feriti Una fabbrica dove «non si rispettavano le più comuni norme di protezione». E i titolari dell'azienda condannati. Un verdetto esemplare.
L'ha scritto il giudice monocratico Luciana Crisci, sezione distaccata di Marcianise del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, che ha condannato a otto anni di carcere i due titolari della Metal Point spa di Marcianise (la ex Leghe leggere), Marcello Gentile e Salvatore Scognamiglio. Due anni di reclusione, invece, per Giuseppe Santillo, ritenuto un «preposto» e quindi semplice esecutore di ordini che partivano dall'alto.
Omicidio colposo, lesioni colpose e violazione dolosa della normativa antinfortunistica i reati contestati. Perché quell'incidente in fabbrica, ha stabilito ieri il giudice, non fu una tragica fatalità. No, fu «colpa» dei titolari.
Che, nonostante dieci anni prima lì fosse morto un altro operaio, «continuavano a violare le regole di protezione». Giovanni Lo Masto, 28 anni, una casetta in via San Potito a Due giorni fa blitz dell'Asl, riscontrate ancora violazioni delle norme relative alla prevenzione Secondigliano, è morto per questo. E morto perché quel 16 giugno del 2007, un sabato, era al lavoro all'interno di un forno che — «per risparmiare» — veniva usato anche come piattaforma. Lui pensava di star pulendo la piattaforma, altri colleghi pensavano invece di stare utilizzando il forno. Non l'hanno visto, e hanno dato il via libera a una colata di alluminio fuso che ha investito in pieno il ragazzo, deceduto il 2 luglio successivo all'ospedale Carda-relli di Napoli per le ustioni riportate. Insieme con lui, rimasero feriti altri due operai, Michele Tartaro e Florin Nandrean, con ustioni su oltre il 6o per cento del corpo. Il giudice monocratico, ieri, ha condannato l'azien da a risarcire i danni anche a lo ro, oltre che ai parenti di Lo Ma sto: provvisionale di 30.000 eu ro, la cifra complessiva sarà de terminata con un altro giudi zio. Gentile e Scognamiglio, co munque, resteranno liberi. Scontato il ricorso in appello degli avvocati, bisognerà attendere che sulla vicenda si pronunci in maniera definitiva la Cassazione.
Lo stesso Gentile fu arrestato per ordine del pm Donato Ceglie con l'accusa di «violazione dolosa delle norme antinfortunistiche», ma poi scarcerato. L'azienda, subito dopo l'incidente, fu posta sotto se- Sostituto Pg Donato Ceglie, oggi sostituto procuratore generale, è il pm che avviò l'inchiesta sulla morte di Giovanni Lo Masto questro, ma i magistrati decisero di consentire il proseguimento del lavoro ordinario non potendo spegnere l'altoforno. Cinquanta le violazioni accertate dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere, dalla mancata nomina del responsabile della sicurezza all'assenza della valutazione dei rischi.
La Metal Point spa, dopo la morte dell'operaio, è stata oggetto di continue «attenzioni» da parte degli organi di controllo. E proprio due giorni fa, nel corso di un blitz, gli ispettori dell'Asl hanno sottoposto a sequestro preventivo alcune linee di produzione. Il motivo? «Mancato rispetto delle norme di prevenzione». Un atteggiamento «recidivo» che è stato contestato ai titolari dell'azienda nel corso del processo. Dieci anni fa, «a causa delle stesse violazioni dolose», in quella fabbrica morì un altro operaio.

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