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"Gli ingegneri juniores possono progettare in zona sismica"

fonte edilportale.com / Normativa

14/02/2012 - Gli ingegneri iscritti nella sezione B dell’Albo professionale possono progettare edifici in zona sismica. Lo ha affermato il Consiglio di Stato con la Sentenza 686 del 9 febbraio 2012, che ribalta la precedente pronuncia del Tar.
La questione riguarda il progetto di un’abitazione rurale presentato da un ingegnere junior ad un Comune e al Servizio Sismico della Regione. Il progetto non è stato autorizzato perché le amministrazioni competenti hanno ritenuto che la progettazione in zona sismica non rientrasse nella competenza degli ingegneri e architetti juniores.
 
L’ingegnere junior e Sind.In.Ar 3 (Sindacato Nazionale Ingegneri Juniores e Architetti Juniores) si sono rivolti al Tar, il quale ha respinto il ricorso richiamando gli artt. 16 e 46 del dPR 328 del 5 giugno 2001, che, nel delineare le competenza degli ingegneri e architetti juniores, fanno riferimento alla “progettazione di costruzioni civili semplici con l’uso di metodologie standardizzate”.
 
Secondo il Tar, da tali norme si desume che l’architetto e l’ingegnere juniores non possano mai essere chiamati a risolvere problemi di speciale complessità e che le costruzioni in zona sismica, invece, dovrebbero sempre reputarsi di speciale difficoltà, poiché la loro progettazione presupporrebbe l’applicazione di metodologie e normative complesse e richiederebbe una conoscenza avanzata dell’ingegneria strutturale e geotecnica.
 
La questione è stata portata davanti al Consiglio di Stato. I giudici di Palazzo Spada hanno, prima di tutto, ricordato che il dPR 328 del 5 giugno 2001 prevede due distinte Sezioni (A e B) per gli Albi, rispettivamente riservate ai laureati di primo e di secondo livello, individuando le competenze degli iscritti alle due Sezioni, e hanno sottolineato che l’elencazione delle attività attribuite agli iscritti ai diversi settori delle sezioni A e B dell’Albo degli ingegneri ha il solo scopo di ripartire le competenze, esplicitando quelle maggiormente caratterizzanti la professione, senza modificare il quadro complessivo delle attività esercitabili nell’ambito della professione stessa.
 
I ricorrenti hanno posto all’attenzione del Consiglio di Stato ulteriori questioni: il Tar ha ritenuto che le costruzioni in zona sismica siano connotate sempre e comunque dalla necessità di “risolvere problemi di rilevante complessità”, senza entrare nel merito del progetto; la normativa non si occupa minimamente della progettazione in area sismica; nella decisione del Tar la “metodologia standardizzata” è stata equiparata alla “metodologia semplice”.
 
I giudici di Palazzo Spada, nella sentenza, concordano sull’assenza, nelle norme che disciplinano l’attività degli ingegneri e degli architetti juniores, di qualsivoglia preclusione alle costruzioni in area sismica e affermano - pur riconoscendo la specificità della progettazione in area sismica - che è necessaria una valutazione caso per caso dei progetti in zona sismica, che tenga conto in concreto dell’opera prevista, delle metodologie di calcolo utilizzate, e che potrà essere tanto più rigida quanto maggiore sia il rischio sismico in cui l’area è classificata. Nel caso in oggetto tale valutazione è del tutto mancata.
 
Il Consiglio di Stato ha accolto quindi l’appello degli ingegneri juniores e annullato il diniego obbligando l’Amministrazione a ripronunciarsi sul progetto.


I COMMENTI
“Ancora una vittoria per la sezione B”. Così definisce la sentenza Vincenzo Boccassini, Presidente di CUP3, il Coordinamento Universitari e Professionisti triennali. “Tale decisione, al di là del merito dello specifico contenzioso - spiega Boccassini in un comunicato -, stabilisce dei fondamentali principi che non lasciano più spazio ad ulteriori fraintendimenti per le competenze professionali della sezione B”. Dopo i principi sanciti dalle sentenze di pari rilevanza del Tar Campania (1501/2005) e del Consiglio di Stato (1473/2009), CUP3 auspica che “l’odierna decisione contribuisca definitivamente a fare chiarezza in ambito di ripartizione di competenze professionali tra le due sezioni degli Albi degli Architetti e degli Ingegneri, ridando la giusta serenità, da troppo tempo andata smarrita, ad una intera generazione di giovani professionisti con il conseguente rilancio di tali figure professionali europee”.

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